«A volte nella vita succede qualcosa che cambia tutto, per sempre. Prendi una decisione e non puoi più tornare indietro. E non è che debba essere per forza qualcosa di trascendentale».
Nel caso di Alex, però, la scelta è di quelle toste: 14 anni, corpo ermafrodito e una identità sempre in bilico, chiude con il suo essere maschio, mette via le medicine e si lascia andare alla sua femminilità. Alex & Alex è il romanzo scritto dalla giovane autrice australiana Alyssa Brugman (pp.234, euro 13,50, edizioni Edt-Giralangolo) per toccare con le parole un problema spinoso e un argomento tabù, facendolo entrare nelle scuole come nelle case.

È un romanzo di formazione, classico per certi versi, se non per la tematica glbt che pone al suo centro. Lo fa con la rabbia e la leggerezza necessaria, guidando il lettore nella vita di Alex, battuta pronta, delusioni e sogni, la voglia prepotente di essere se stessa, nonostante gli stereotipi e quegli stupidi ormoni. È pure una bella ragazza, alta, con un viso intenso e i modi forse un po’ burberi che hanno i suoi coetanei dell’altro sesso.

Non va tutto liscio, naturalmente. I due Alex che convivono in quello stesso corpo entrano in collisione, sono due voci che stridono, ma peggio ancora va in famiglia. Madre e padre non riescono a capacitarsi di aver tentato di crescere un maschio e di ritrovarsi quella teenager truccata che fa anche le sfilate di moda, è lei la modella di punta.

Un affronto, un dolore, qualcosa che i sue genitori non riescono a capire e che fa sentire Alex sempre fuori ruolo, una specie di mostro pervertito. È costretta a mentire, a non fornire alla nuova scuola dove si è iscritta il certificato di nascita fino all’inevitabile disastro. Fa innamorare di sé un ragazzo timido di nome Ty, ma poi si scopre lesbica, anche se l’ambiguità del suo corpo non le permette di lasciarsi andare alle emozioni. È sempre all’allerta, Alex, ma così determinata da riuscire a nascondere a tutti quel suo essere «speciale». Al suo fianco, mentre la madre si indebolirà sempre più finendo all’ospedale psichiatrico, ci sarà un avvocato, un alleato coi fiocchi, Crockett. Perché, innanzitutto, è la sua situazione legale che va cambiata per poter ricominciare da zero: all’anagrafe Alex non deve essere più registrata come un maschio. Poi, anche suo padre dovrà smetterla di chiamarla giovanotto. Il resto verrà da sé: i seni cresceranno e impareranno a convivere con un pene. E quel nome Alex, finalmente, non sarà più neutro.