Marvel’s Spider-Man di Insomniac Games, esclusiva per PS4, è uscito da poco e già se ne parla più che bene, ma non è il solo gioco ispirato all’Uomo Ragno. Affrontarli tutti è impossibile, anche perché alcuni sono davvero oltre il brutto: ci soffermeremo sui più riusciti o almeno quelli più divertenti.
Il 1978 è l’anno di Questprobe 2: Spiderman, primo incontro tra l’amabile arrampicamuri e i videogiocatori, nulla di eclatante, un’avventura testuale sul modello di Zork, che violentava un po’ la natura del nostro ragno di quartiere: niente battute, niente comprimari storici, un piccolo disastro che però poteva esaltare i fan più tecnologici.
Anche Spider-Man del 1982 per Atari 2006 è poca roba, ma l’azione si fa più concitata con un Uomo Ragno molto stilizzato – per via della pochezza della console -, che deve arrampicarsi su un palazzo, schivando l’inverosimile. Scopo del gioco è disinnescare una bomba in cima all’edificio mentre un Goblin pressoché impossibile da sconfiggere cerca di farci le chiappe a strisce.

Per vedere il primo videogame davvero ben fatto di Spidey però bisogna aspettare il 1991 quando SEGA fa uscire lo splendido The Amazing Spider-Man vs. The Kingpin per le sue console, Master System, Megadrive, Gamegear e Mega Cd, riscuotendo un successo planetario. Gli schemi sono inventivi, il gioco è un vero spasso, tanto che ti dimentichi che stai giocando a un 2D a scorrimento laterale, ed è una vera gioia pestare di santa ragione brutti ceffi del calibro dell’Uomo Sabbia, Lizard, Hobgoblin , l’Avvoltoio, Mysterio , Electro, Venom e naturalmente Kingpin. La versione Sega Master System è quella più scarna, quella Mega Cd la più completa con persino scene animate. Lo stile degli intermezzi è deliziosamente modellato su Todd McFarlane (la copertina è opera dell’artista) con una Mary Jane da urlo per tutti i nerd Marvel in piena tempesta ormonale. «Face it Tiger… You just hit the Jackpot!» («Ammettilo Tigrotto… Hai appena fatto centro!») per dirlo come la rossa fidanzata di Peter Parker farebbe.

I restanti anni sono bui per il nostro Uomo Ragno e assistiamo a brutture come Spider-Man: The Video Game (1991), un clone poco divertente di Final Fight dalla grafica però fenomenale o Spider-Man: Return of the Sinister Six per Nes, dello stesso anno, brutto da vedere, difficile da giocare e con un sistema di ragnatele che, senza ragione alcuna, ti faceva morire di punto in bianco, tra un balzo e l’altro, generando improperi irriproducibili. Inaspettata è invece la trilogia dell’italiana Simulmondo sul nostro supereroe rosso e blu: tre titoli punta e clicca deliziosi (Il ritorno di Hobgoblin, E ora… Carnage e Destino incrociato), usciti per l’edicola, semplici e cortissimi, ma non disprezzabili, soprattutto quando si buttano sulle dinamiche di coppia di Peter Parker e Mary Jane, un po’ sulla scia del serial tv Lois and Clark. Anche Spiderman (2000) per PSX (ma poi trasportato in mille altre console) è un gioco notevole e getta le fondamenta per tutti i giochi moderni a venire: basato sul motore grafico di Tony Hawk’s Pro Skater, è il primo videogame in 3d con l’Uomo Ragno, ha una storia intrigante, cattivi davvero cattivi, gli manca solo il free roaming ma volteggiare tra i grattacieli di New York è già di per sé esaltante. I restanti giochi purtroppo, anche se migliorati di grafica, falliscono in bug incredibili, storie a volte troppo corte e telecamere ballerine. È un peccato perché titoli come Spider-Man: Il regno delle ombre (2008), Spider-man: Dimensions (2010) e Spider-Man: Edge of Time (2011) sono ben scritti, con dinamiche interessanti (come le conseguenze dei viaggi nel tempo), costumi vari e ritmi indiavolati, ma sono davvero ostici da giocare come fossero titoli non terminati.