Mi raccontate con parole vostre cosa abbiamo fatto questa mattina?

“Noi siamo andati al teatro. Al Teatro in Piazza. A Sant’Ilario d’Enza. Dovevamo vedere lo spettacolo di teatro e lo abbiamo visto”. “Si intitolava Strambestorie”. “Ci siamo andati in pulmino. Al mattino”. “Noi abbiamo dato i biglietti al bigliettaio e dopo siamo entrati nelle gradinate del teatro”. “A me lo spettacolo è piaciuto moltissimo!” “Io ho avuto un po’ paura quando hanno spento tutte le luci. Perchè all’inizio, proprio all’inizio, c’è stato un momento in cui si sono spente tutte le luci e c’era silenzio e io ho avuto paura”. “Ma era l’inizio!” “Sì, dopo si sono accese le luci davanti e lo spettacolo è iniziato ed è stato bello”. “Mi piaceva la donna che parlava, la ragazza”.

“C’erano un ragazzo e una ragazza”. “Però c’era anche un altro signore che faceva dei disegni. Lui li faceva e dopo si vedeva il disegno che si faceva sullo schermo. Era come un cinema di disegni”. “Anchea me lo spettacolo è piaciuto. Però… Però un po’ non mi è piaciuto perché a me non piacciono tanto gli attori che fanno sempre tutti i personaggi con la voce diversa, mi piace quando loro si mettono anche dei vestiti diversi, si travestono, non solo quando si cambiano solo la voce”. “Per me gli attori erano bravissimi. E anche il disegnatore disegnava benissimo. Solo che lui, forse, per me, doveva essere fuori dal palco, non davanti…” “A me piaceva anche davanti”.

Mi raccontate con parole vostre di cosa parlava lo spettacolo?

“Non era uno spettacolo con solo una storia lunga, ma con tante storie corte”. “C’erano delle poesie, per me”. “Anche per me, delle poesie sugli animali”. “Sì, parlavano degli animali e degli scrittori di storie, di un treno, di due sorelle, di una zia che raccontava delle storie che non piacevano a nessuno e di un signore che gli insegnava a raccontare a raccontare le storie belle, quelle paurose”. “C’era una storia della cacca, che alla fine c’è la cacca e insomma, a me ha fatto ridere”.

“Le storie erano un po’ paurose e un po’ no, ma a me non facevano molta paura. Poi io non ho mai paura anche quando le storie sono molto paurose perché poi lo so che sono solo delle storie e insomma, non sono vere”. “Nel biglietto c’era scritto che erano storie strampalate e imprevedibili e infatti per me lo erano. Perché erano buffe”. “A me non facevano ridere. Per me erano per bambini piccoli. Infatti a teatro, davanti a noi, io ho visto che c’erano anche dei bambini della scuola dell’infanzia. Forse a loro piacevano, ma a me non piacevano”. (…) “A me è piaciuto tantissimo vedere disegnare il disegnatore… Faceva… Faceva come un cinema di disegni”.

Vi ricordate altre cose dello spettacolo?

“Anche a me è piaciuto molto il disegnatore”. “A me è piaciuto quando l’attore ha dato il dito al disegno e insomma, le due dita si sono toccate ed è stato bellissimo, è stato come se si davano la mano”. “Per me lei, la attrice che faceva tutte quelle voci, era molto brava a fare tutte quelle voci che sapeva fare. A me sembrava un’imitatrice”. “Per me loro hanno scelto un bel nome per il loro teatro perché io sul loro foglio del teatro ho visto che si chiamano Il Teatro dell’Orsa”. “Loro facevano le voci dei narratori e le voci dei personaggi. Erano bravi”.

“Però il disegnatore non ha mai parlato!” “Ma lui non era un personaggio! Lui doveva fare solo i disegni! Lui non era un attore!” “Poi io ho visto che c’era anche quello che accendeva e spegneva le luci per lo spettacolo. Sì, in tutto erano quattro: facevano tutto lo spettacolo in quattro”. “Però è un peccato che non hanno fatto quattro costumi. A me piace il teatro con i costumi che si travestono. Con i vestiti. Il cappello. Le scarpe”. “Io quando vado a teatro non mi ricordo mai le storie che raccontano, mi restano in mente solo le luci del teatro, i personaggi”.

“Per me alla fine potevamo fare più domande anche noi all’attore e all’attrice e al disegnatore, invece le hanno fatto solo i bambini delle altre classi perché non c’era tempo ma le dovevamo fare anche noi, se eravamo furbi. Solo che io non sapevo che domanda fare”. “E per me è stato uno spettacolo molto interessante”. “Per me era troppo parlato. A me piacciono gli spettacoli di teatro meno parlati, dove ci sono più luci, più musiche”.