Gianni Sassi è stato un personaggio chiave della scena culturale e giovanile italiana degli anni Settanta e Ottanta. Nel vivace contesto culturale della Milano di quel periodo, Sassi ha spaziato dalla grafica editoriale alla grafica pubblicitaria, dalla produzione musicale all’organizzazione di eventi culturali. Sono passati esattamente vent’anni dalla sua scomparsa e un libro scritto da Maurizio Marinoci ricorda la sua ricca e complessa attività: Gianni Sassi. Fuori di testa. L’uomo che inventò il marketing culturale (Castelvecchi, pp. 131, euro18).

Sassi era nato nel 1938 a Varese, ma si era formato a Milano. Aveva iniziato la sua attività realizzando libri, cataloghi e manifesti per artisti con la sua casa editrice ED. 912. All’inizio degli anni Sessanta aveva collaborato con artisti del calibro di Piero Manzoni e Mario Merz, mentre nella seconda metà del decennio aveva aderito al movimento Fluxus.

Nel campo musicale, personaggi come Franco Battiato, Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Claudio Rocchi e gli Skiantos gli devono gran parte della loro identità artistica. Sono stati però soprattutto gli Area e il loro cantante Demetrio Stratos ad essere stati legati a Sassi, il quale scriveva i testi delle canzoni e costituiva un vero e proprio membro «ombra» di tale gruppo. Sassi ha esordito in musica con l’etichetta Bla Bla Records di Pino Massara, con la quale ha prodotto i primi album di Franco Battiato; ha poi fondato la CrampsRecords, che è stata la più importante etichetta discografica indipendente italiana. Sassi ne era l’amministratore delegato, ma curava anche l’immagine di tutti gli artisti sotto contratto e l’art direction degli spettacoli e delle produzioni discografiche. Per queste ultime ha sfruttato abilmente le copertine degli Lp sviluppandoun linguaggio grafico originale e fortemente riconoscibile.

Sassi ha creato inoltre diverse collane dedicate alla musica contemporanea, come Nova Musicha e DIVerso, alle quali hanno collaborato personaggi come John Cage, Derek Bailey, Demetrio Stratos, Steve Lacy, Paolo Castaldi, Walter Marchetti, Juan Hidalgo, Cornelisu Cardew, Robert Ashley, Patrizio Fariselli, Mario Schiano, Alvin Lucier. E ha realizzato anche la pubblicazione di «Futura», un cofanetto (curato da Arrigo Lora Totino) contenente sette dischi dedicati alla poesia sonora.
Sono state molte le manifestazioni culturali che Gianni Sassi ha progettato e realizzato: il celebre concerto di John Cage al Teatro Lirico di Milano nel 1977; «MilanoSuono», rassegna musicale d’avanguardia; «Polyphonix 5 Italia», festival internazionale di poesia, video, musica, performance, danza e teatro; «Il senso della letteratura – cento intellettuali di discipline artistiche diverse», convegno promosso a Palermo nel 1984; «MilanoPoesia», festival internazionale di poesia, tenutosi dal 1984 al 1993.

Sassi ha realizzato diverse importanti campagne pubblicitarie per Polistil, Divani Busnelli, Ceramiche Iris, Mapei, ma anche per la Lega delle Cooperative e per l’Arci. Inoltre, ha curato la grafica di importanti riviste come SE (Scienza esperienza), «Cinema&Cinema», «Ottagono», «La Gola», «Alfabeta». Per le ultime due in particolare, che sono state probabilmente le più significative riviste culturali italiane degli ultimi decenni, è stato un animatore instancabile. Il suo stile editoriale si caratterizzava per una grande pulizia formale, con un testo strutturato su diverse colonne, spesso all’interno di una sottile cornice, e alternato a immagini anche di grandi dimensioni. Sassi utilizzava il Courier (il carattere delle vecchie macchine da scrivere) e faceva inoltre un particolare utilizzo dei caratteri tipografici impiegati per i titoli, resi protagonisti attraverso il ricorso a dimensioni elevate, un accorgimento che richiamava gli esperimenti grafici dei futuristi.

Sassi, come mostra bene il libro di Marino, ha impiegato le tecniche della comunicazione in tutte le sue molteplici attività per fare arrivare ad un vasto pubblico dei prodotti culturali di qualità. A volte tali prodotti erano particolarmente sperimentali e difficili, ma Sassi sapeva come mescolare al meglio il colto e il popolare.