«Una sentenza in materia elettorale deve intervenire al massimo entro un anno e mezzo, perché un sistema democratico deve consentire di governare a chi è stato eletto dal popolo, e non ad altri. Per fortuna recentemente il sistema amministrativo è stato riformato e in futuro nuovi ricorsi elettorali avranno certamente tempi più rapidi». L’avvocato Salvatore Di Pardo è un esperto di diritto amministrativo e di diritto elettorale.

Quattro anni per avere una sentenza su un ricorso elettorale sono troppi, non crede?

Probabilmente il ritardo è dovuto ai tempi lunghi dell’istruttoria. Devo dire che un caso analogo si è avuto nel Molise, dove c’è stata un’istruttoria molto molto intensa ma il tribunale ha disposto tempi strettissimi, tanto è vero che tutta la vicenda si è chiusa in meno di un anno. Certo, per il Molise era più agevole, trattandosi di una regione più piccola. Però il collegio ha imposto tempi molto stretti proprio per garantire, come prescrive la legge, la sovranità elettorale.

Cosa che non è accaduta in Piemonte.

Probabilmente la responsabilità non è nemmeno dei magistrati, ma di un sistema che è abbastanza cavilloso. Adesso la sentenza dovrà essere confermata dal Consiglio di stato. Se così fosse vuol dire che chi aveva diritto ad amministrare, chi era stato scelto dal popolo non ha amministrato e non lo potrà più fare, mentre chi non aveva questo diritto lo ha fatto in maniera ormai irreversibile in violazione al principio democratico.

Questo non rappresenta una perdita di democrazia?

]Indubbiamente. Un sistema così articolato rappresenta una perdita di democrazia, perché impedisce a chi è stato scelto dal popolo di governare. E questo a prescindere da destra o sinistra. In linea di principio io penso che una sentenza in materia elettorale debba intervenire al più tardi entro un anno, un anno e mezzo.

Come si interviene per impedire che situazioni simili si ripetano?

Per fortuna il processo amministrativo è stato riformato e accelerato, quindi una parte di interventi è stata già fatta. Per i futuri giudizi, che sicuramente ci saranno nella prossima tornata elettorale, si arriverà a decisioni in tempi particolarmente rapidi. Già dall’entrata in vigore della Severino abbiamo avuto sentenze tra primo e secondo grado nel giro di qualche mese, grazie anche a corsie preferenziali proprio per i ricorsi elettorali. Ma, ripeto, fin dalle prime battute va soprattutto sollecitata l’attività istruttoria.