Poveri ma ricchi, remake di un successo francese, lo scorso anno aveva messo insieme oltre sette milioni di euro. Armati di una fantasia senza limiti i nostri – la regia è di Fausto Brizzi, «epurato» dal lancio pubblicitario e relegato ai soli titoli di coda a causa del noto scandalo – hanno pensato di riscaldare la minestra. Ecco allora che i Tucci di Torresecca, dopo aver creduto di avere perso tutta l’ingente vincita del superenalotto, la ritrovano con tanto di interessi mostruosi.

E allora decidono di indire un referendum per costituirsi in principato e staccarsi dall’Italia. Christian De Sica diventa il principe e cambia look, dai capelli ricci al ciuffettone trumpeggiante, Lucia Ocone è principessa ariosa, Enrico Brignano il primo ministro che inciampa sull’inglese e sul suocero, riconfermati gli altri, con l’aggiunta di Paolo Rossi, il suocero, appunto.

Nessuno pretende chissà quale brillantezza, si sa, sono prodotti fatti per accalappiare qualche euro in cambio di un po’ di buonumore spiccio, cotto e mangiato. Il cinema è un’altra cosa. Ma questo sequel suona più che misero, quasi miserabile. Non c’è verso neppure di sorridere. Uno spreco di talenti al servizio di una sceneggiatura inesistente. Si viaggia per accumulo gratuito di situazioni che, molto alla lontana, hanno l’intenzione di parodiare titoli mediocri di qualche successo. Troviamo il sadomaso, il castello che ha le segrete, il dibattito tv tra primi ministri, la festa di fine anno con tanto di discorso del principe, figlie illegittime.

Insomma, lasciati soli a rimpolpare un canovaccio già spremuto tutti si sono limitati a passare all’incasso senza offrire nulla in cambio, se non la prima idea frullata in zucca. Più che nel principato di Torresecca, siamo nel regno inaridito e non è colpa del clima. Facile prevedere che qualcuno cascherà nella trappola del sequel di un film di successo, ma se esistesse la possibilità sarebbero in molti a chiedere poi il rimborso del biglietto per inadempienza contrattuale. Consapevoli che nessuna recensione possa essere dissuasiva, contiamo sul passaparola dei veri amici per convincere a desistere i malintenzionati che intendessero assistere alla proiezione di Poveri ma ricchissimi