Al Comicon di San Diego la 20th Century Fox ha impazzato. Gli X men e I fantastici 4 di prossima uscita hanno fatto delirare i fan e grande entusiasmo ha suscitato Deadpool affidato all’interpretazione di Ryan Reynolds. Un altro momento clou della manifestazione che sposa fantasy e cinema è stata la promozione del nuovo episodio di Guerre Stellari. Purtroppo per la Fox però la saga che originariamente era sua è stata ceduta alla Disney. E gli eroi, anzi, i supereroi del fumetto targati Fox via Marvel sono stati oggetto di una mostra a Milano presso Wow spazio fumetto in cui sono state proposte un’esposizione dedicata agli X-Men, l’anteprima di alcuni contenuti di X-Men giorni di un futuro passato: The Rogue Cut e diverse immagini fotografiche volte a ripercorrere i cento anni Fox.

 
In realtà la Fox come la conosciamo non festeggia 100 anni, bensì 80, ma la forzatura compiuta dagli organizzatori della mostra milanese fornisce l’occasione per una rivisitazione storica di una delle grandi major hollywoodiane.

 
La 20th Century Fox è effettivamente fondata nel 1935 grazie alla fusione tra due società preesistenti: la Twentieth Century Pictures che appartiene a Darryl F. Zanuck, ex capo delle produzioni Warner Bros e a Joseph Schenk, già presidente della United Artistas, con la Fox Film Corporation presieduta da Sidney Kent che aveva estromesso dalla leadership il fondatore della compagnia William Fox, che come spesso succedeva agli immigrati aveva cambiato il proprio nome che originariamente era Vilmos Fried.

 
Proprio all’ungherese Vilmos divenuto William (ma qualcuno, essendo lui nato sotto l’impero austroungarico lo chiama Wilhelm Fuchs) si deve il pretesto centenario. Mentre la società di Zanuck e Schenk è relativamente recente (è stata fondata nel 1933), la Fox Film Corporation viene fondata da Fox-Fuchs il primo febbraio 1915. Lui però non è tanto interessato alla produzione cinematografica, che comunque fa parte dell’attività e per questo verrà creato un teatro di posa, quanto all’acquisizione di sale di proiezione e relativi palazzi. Una delle caratteristiche peculiari della Fox delle origini consiste nel realizzare cinegiornali muti. Un’attività praticata dal 1919 quando però i concorrenti già operano da tempo in questo settore. Una mano arriva alla compagnia dal presidente Wilson che ha parole d’elogio per le Fox News (quello tra la presidenza degli Stati Uniti e la major è un rapporto iniziato quindi molti anni fa e culminato con la proclamazione farlocca e scandalosa di George W. Bush presidente nel 2000 proprio per una forzatura politica dell’attuale canale Fox News).

 

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I cinegiornali Fox guadagnano ulteriore prestigio grazie a servizi esclusivi su grandi eventi. Tra questi spiccano un reportage su Pancho Villa e un altro sul Ku Klux Klan, e non mancano digressioni rivolte al nostro paese rappresentate dal racconto del dirigibile Roma, che l’esercito statunitense compera dal governo italiano nel 1921 e un reportage sull’attività del Vesuvio nel 1922.

 
Nel 1926 la società costituisce la Fox Movieton Corporation proprio per produrre cinegiornali che siano in grado di fornire il sonoro, tecnologia che la Fox ha appena acquisito. Il volo è un po’ l’ultima frontiera del momento e l’attenzione nei suoi confronti è notevole. Così, la partenza di Lindbergh per il primo volo transoceanico tra America e Europa diventa occasione per il primo servizio sonoro nella storia dei newsreel.
Il 1929 è un anno nero per Fox, e non solo per lui. Prima cerca di mettere le mani sulla MGM il cui capo Mark Low è morto da poco, ma viene stoppato per questioni legali e antitrust. Nel frattempo William è vittima di un grave incidente stradale e per completare il quadro c’è il crollo di Wall Street. Tutti fatti che congiurano per fargli perdere la leadership dell’azienda a favore di Sidney Kent.

 
Al momento della fusione del 1935 Zanuck e Schenk non trovano però granché nel patrimonio Fox. C’è una catena di sale, uno studio a Los Angeles ma la situazione produttiva è relativamente problematica. La star dello studio, Will Rogers è morto in un incidente aereo poco dopo l’accordo, l’attrice di punta Janet Gaynor sta perdendo smalto e popolarità e le giovani promesse James Dunn e Spencer Tracy sono state allontanate perché alcolisti. Resta però il precoce talento di Shirley Temple.

 
Comunque, nonostante sia di dimensioni più modeste, è proprio la 20th Century Pictures a ricoprire i ruoli operativi più importanti nella nuova società. Kent rimane presidente, ma Schenk è il capo del consiglio d’amministrazione e Zanuck diventa responsabile delle produzioni. Anche il logo dei titoli di testa è un’eredità 20th Century. Il monumentale 20th con i fari che solcano il cielo muovendo la propria luce, creato da Emil Kosa jr, rimane quasi inalterato, solo la scritta Pictures viene sostituita da Fox, il tutto sulla inconfondibile fanfara che Alfred Newman aveva composto nel 1933. Praticamente sinile a quella che vediamo ancora oggi.

 
Zanuck è geniale e inarrestabile, in poco tempo recluta molti giovani attori: Tyrone Power, Linda Darnell, Carmen Miranda, Don Ameche, Henry Fonda, Gene Tierney, Betty Grable e ovviamente prosegue nello sfruttamento del pulcino dalle uova d’oro: Shirley Temple. I primi dollari arrivano grazie alla bimba «mostruosa», ma anche per L’incendio di Chicago e Alba di gloria sul giovane Lincoln. All’arrivo della Seconda guerra mondiale lo studio, grazie a musical e biografie popolari, ha ottenuto notevoli profitti, e si è piazzato sul podio degli studi più redditizi.

 

 

Quando Zanuck è al fronte il management sfrutta il fascino di Betty Grable, il talento di John Ford (Com’era verde la mia valle), i bellissimi Rita Hayworth, Linda Darnell e Tyrone Power, Sangue e arena. Zanuck torna dopo un paio d’anni e decide di dare nuova linfa alla società proponendo produzioni più raffinate e intriganti rivolte a un pubblico più maturo. Nascono così Femmina folle con Gene Tierney, presente anche accanto a Power in Il filo del rasoio, Barriera invisibile di Kazan con Gregory Peck Dorothy McGuire e John Garfield infine l’epocale Eva contro Eva.
Sono gli anni in cui le audizioni della caccia alle streghe del senatore McCarthy vengono diffuse in diretta dalla tv. Il boom del piccolo schermo è inarrestabile. Hollywood cerca di reagire: Cinerama, 3D e altre diavolerie che possano far prevalere il cinema su grande schermo rispetto a quello piccolo in salotto e in bianco e nero.

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La Fox da parte sua è impegnatissima, nel 1953 lancia il CinemaScope con La tunica e l’intraprendente e lungimirante Zanuck offre agli esercenti appositi finanziamenti per le spese necessarie agli adattamenti tecnici. Il successo è clamoroso, bissato da Come sposare un milionario con il trio Betty Grable, Lauren Bacall e Marilyn Monroe che diventa la star per eccellenza dello studio (e lo è ancora oggi). Le major si convertono al CinemaScope ma la tv continua la sua marcia inarrestabile. Zanuck lascia per puntare sull’Europa e il management è in crisi. Si fanno scelte sbagliate, il kolossal Cleopatra con Elizabeth Taylor e Richard Burton costa una cifra esagerata, destinata a non rientrare, e ci si mette anche la sfortuna quando Marilyn muore e Something Got to Give rimane incompiuto. Nonostante Il pianeta delle scimmie sia un trionfo la compagnia è in crisi. Come e più di tutte le major.

 
Occorre cambiare rotta. Lo ha insegnato Easy Rider. 360mila dollari per produrlo, decine di milioni di dollari di incasso. Alla Fox qualcosa di simile succede nel 1970. Un successo di proporzioni clamorose e totalmente inaspettato esalta la major. si tratta di MASH di Robert Altman. La Fox quell’anno ha in produzione tre film di guerra: MASH costato 3milioni e mezzo, ne porta a casa 81 milioni, mentre i giganteschi investimenti di Patton generale d’acciaio e Tora! Tora! Tora! ottengono incassi più modesti, il primo 65 e il secondo 29. Hollywood non è più la stessa. Gli anni successivi sono connotati da Star Wars (filone d’oro per la Fox, che come detto ha poi ceduto i diritti alla Walt Disney). Il trionfo della saga è davvero spaziale, anche da un punto di vista strettamente economico. Guerre stellari registra l’incasso record (per l’epoca) di 300 milioni di dollari, cosicché le azioni Fox quotate in borsa a sei dollari l’una, dopo i risultati del film schizzano a ventisette.

 
Negli anni ’80 arriva l’australiano Rupert Murdoch che prende in mano tutto, compresa la tv (ancora oggi è tutta roba sua). James Cameron con Abyss e la serie Die Hard, La guerra dei Roses, Edward mani di forbice, A letto col nemico, Point Break, Mamma ho perso l’aereo, Hot Shots!, Mrs. Doubtfire, Speed, True Lies, Independence Day, Tutti pazzi per Mary! portano incassi clamorosi ma è ancora Cameron a chiudere il cerchio con Titanic. Il resto è storia nuova e recente, con Cameron che spopola con Avatar, diversi film d’animazione al top e l’irruzione dei fumetti su grande schermo