Oggi ci occupiamo del referendum, ormai trentaduennale, della rivista Musica Jazz. Il mensile, edito dalla 22publishing, diretto da Luca Conti, è in edicola dal 1945 e compie settantun’anni. Fondato da Gian Carlo Testoni, oggi si occupa di jazz, blues, soul e rock. Le 98 pagine cartacee interagiscono con il sito www.musicajazz.it. Tra le sue iniziative c’è il referendum annuale Top Jazz che ha coinvolto settantasette critici in rappresentanza di due settimanali, dieci riviste musicali, sei siti specializzati, nove radio, otto quotidiani nazionali ed altrettanti locali. Nel numero di gennaio, ancora in edicola, ben trenta pagine sono dedicate ai risultati del Top Jazz.

Personalmente ritengo che i votanti dovrebbero scommettere di più sul presente e sul futuro, segnalare le «tendenze» più che le «conferme». Si può amare, odiare, snobbare, esaltare comunque il referendum è uno strumento per «testare» l’annata discografica e concertistica, aiuta a fotografare l’oggi jazzistico nelle sue contraddizioni, gode di un certo rispetto presso i gestori di spazi musicali. Eccovi una mitragliata di dati delle varie categorie. «Una vita per il jazz« (istituito nel 2014) Enrico Pieranunzi. (Jazz italiano) Disco dell’anno: Joy in Spite of Everything (Ecm) di Stefano Bollani (seguito da Cd di Franco D’Andrea, Domenico Caliri, Elisabetta Antonini, Claudio Fasoli); «Musicista dell’anno»: F. D’Andrea (a ruota Bollani, Pieranunzi, Fasoli, Fabrizio Bosso, Francesco Bearzatti); Formazione dell’anno: F.D’Andrea Sextet (tallonato da Archtipel Orchestra, Doctor3, Sousaphonix, Luz, Paolo Fresu 5tet); «Miglior Nuovo Talento» Elisabetta Antonini (Mattia Cigalini, Dino Rubino, Simone Graziano). Per il jazz internazionale «disco dell’anno» è Mise en abîme (Pi) dell’ottetto di Steve Lehman; l’altista è anche «musicista dell’anno» e la sua è la «migliore formazione» del 2014. Autori di dischi ben piazzati Keith Jarrett & Charlie Haden, Paul Bley, Manu Katché; musicisti trai più votati Henry Threadgill, Vijay Iyer, Bill Frisell e Wayne Shorter; tra le formazioni eccellono Angles9, Bad Plus, Shorter 4tet, Marc Ribot Trio.

Per i nuovi talenti si susseguono Cécile McLorin-Salvant, James Brandon Lewis, Ambrose Akinmusire e Jason Adasiewicz. «Ristampe dell’anno» Miles Davis al Fillmore (Sony), Contrast di Sam Rivers (Ecm) ed «Undercurrent» di Bill Evans/Jim Hall (Poll Winners). La rivista ha intervistato vari vincitori e piazzati tra cui il chitarrista Domenico Caliri che ha dichiarato: «La mia speranza è che si possa uscire dall’odiosa nomea del jazz come musica da cocktail, genere che accoglie tutto e tutti perché ne è l’ingrediente chic, cadendo spesso in risultati artisticamente miserabili. Il jazz non è uno sfizio ma una passione, cruda e vera come la vita».

luigi.onori@alice.it