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Un presepe swing

Un presepe swingPaolo Fresu

Note sparse Anche il mondo del jazz si è rivolto al repertorio natalizio. Ultimo arrivato un curioso quanto riuscito omaggio di Paolo Fresu

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 16 dicembre 2015

Il Natale da tempo ha perso i suoi connotati esclusivamente religiosi ed è più largamente la festa laica degli affetti familiari. Nessuno rinuncia al pranzo in famiglia, ai regali, a quell’atmosfera di calore e predisposizione agli incontri conviviali. Se ne facciano una ragione i fondamentalisti cattolici che vorrebbero crocifissi e presepi in ogni aula scolastica: il Natale non è solo cosa loro.

Le canzoni natalizie sono sempre state un buon affare per l’industria discografica e per rendere l’idea basti citare quella White Christmas scritta nel 1940 da Irving Berlin e a tutt’oggi la canzone più venduta di sempre nell’interpretazione di Bing Crosby.

Anche il modo del jazz si è rivolto a quel repertorio e non c’è praticamente star vocale che non l’abbia praticato da Ella Fitzgerald, Mel Tormè, Frank Sinatra e Louis Armstrong. Ma anche strumentisti che non diresti come Charlie Parker ad esempio. Non proprio una figura rassicurante. In circolazione ci sono molte raccolte oppure album monografici come A Charlie Brown Christmas di Vince Guaraldi, l’autore delle musiche della serie tv del bambino a fumetti più famoso della storia. Musicista e compositore di alto profilo e ampiamente sottovalutato. Oppure l’incursione nel genere di un iconoclasta come John Zorn in A Dreamers Christmas con altri guastatori come Marc Ribot e Mike Patton.

È uscito in queste settimane – con un sorprendente riscontro anche nelle classifiche – Jazzy Christmas di Paolo Fresu per la propria etichetta Tuk Music. Undici brani live registrati dal vivo con il suo quintetto storico, e ospite Daniele Di Bonaventura al bandoneon, nel dicembre 2013. Il presepe sonoro allestito dal trombettista sardo è quanto di più lontano da un’operazione dolciastra come si potrebbe immaginare. Qui si fa jazz sembra dire fin da subito e la scelta di pubblicare la registrazione con gli applausi e le imperfezioni la dice lunga. Il repertorio è quasi equamente diviso tra alcuni classici della canzone americana, si comincia con White Christmas, e brani della tradizione sarda ad opera del parroco e letterato berchiddese Pietro Casu e del Canonico Agostino Sanna di Ozieri composti nel 1927, e che oggi vengono eseguiti in tutta la Sardegna.

Anche questi materiali vengono trattati con lo stesso spirito e le semplici melodie composte per essere cantate da tutti, bambini compresi, si esaltano nelle interpretazioni. In Sa Notte Profundha, Notte De Chelu e Naschid’Est In Sa Capanna ci portano per mano in una religiosità popolare e inclusiva. Molti sono i momenti intensi e le sorprese nel cd e scopriamo quanto sia bello lasciarsi trasportare dalle evoluzioni della tromba di Fresu su una Joy To The World che sprizza gioia e voglia di ballare eseguita in duo con Di Bonaventura oppure seguire i tasti del pianoforte di Roberto Cipelli, il sax di Tino Tracanna, le corde di Attilio Zanchi e le spazzole di Ettore Fioravanti trattare come uno standard qualsiasi O Little Town Of Bethlehem. E magari scoprire che una canzone natalizia può essere un ordigno emotivo inaspettato.

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