Mentre in un paesino della Virginia, Kyle Barnes e il reverendo Anderson, i protagonisti di Outcast – Il reietto, continuano a dare la caccia ai demoni che «aiutano» donne e uomini a percorrere la via del male senza più remore, in un’altra sperduta località, questa volta Annville nel Texas, un predicatore, Jesse Custer, l’eroe della nuova serie tv Preacher, è stato intercettato da uno strano spirito che gli ha consegnato in dote un potere eccezionale.

Dopo le streghe, i fantasmi, i vampiri, questo è il momento delle possessioni, se pensiamo alla prossima realizzazione di una serie tv direttamente da L’esorcista e, appunto, a Outcast (di cui abbiamo scritto lo scorso 10 giugno) e a Preacher, altra serie che proviene dal mondo dei fumetti, creata dallo scrittore Garth Ennis e dal disegnatore Steve Dillon nel 1995 e che ora è in onda su AMC, la tv via cavo di Mad Men, Breaking Bad e The Walking Dead.

Indicare una tendenza è sempre un azzardo perché si cade facilmente nell’errore di appiattire dei progetti originali e autonomi. D’altro canto, sia Outcast che Preacher hanno in comune il tema della spiritualità, la lotta tra il bene e il male, l’intervento di una forza esterna che condiziona o accompagna le scelte umane. In Preacher, il predicatore Jesse Custer, con un passato turbolento alle spalle, dopo una crisi che lo porta a dubitare del suo ruolo, improvvisamente viene posseduto da uno spirito che gli permette di ottenere l’obbedienza incondizionata delle persone a cui si rivolge. Un talento, come si può ben comprendere, capace di rivitalizzare chiunque ma estremamente pericoloso.

Nella prima occasione in cui si rivela questo potere (omettiamo il tragitto a dir poco esplosivo attraverso il quale lo spirito arriva al corpo del predicatore), Jesse consiglia a un figlio oppresso dalla madre di aprire il cuore e dirle tutto quello che prova. E l’uomo obbedisce in modo pedissequo, squarciandosi il petto per consegnare alla donna il prezioso muscolo. Questo è uno dei tanti episodi che svela il doppio binario narrativo, quello tragico delle relazioni umane ma anche quello comico che fa capo all’ingenuità con la quale, tutto sommato, in molti affrontano i grandi e spinosi temi della vita.
A rendere estremamente dinamica questa serie contribuiscono i personaggi principali, tra cui Cassidy, il miglior amico di Jesse nonché vampiro molto diverso da quelli che abbiamo incontrato in altre narrazioni; Tulip, l’ex fidanzata del predicatore e partner di vecchie imprese criminali; gli agenti in missione direttamente dal paradiso incaricati di riprendersi lo spirito per rinchiuderlo in una scatola; il ragazzo senza bocca in seguito a un fallito tentativo di suicidio con un fucile ad aria compressa.

Dal fumetto sappiamo che lo spirito è stato generato da un accoppiamento promiscuo tra un angelo e un demone, perciò è la massima sintesi del bene e del male. E nel predicatore cogliamo esattamente questo duplice aspetto. Se con le storie di vampiri alla True Blood uno dei temi centrali era la relazione spesso inconciliabile tra generi diversi, l’umano e il non umano, il vivo e il non vivo, in Preacher, così come in Outcast, la riflessione più generale, dopo le prime puntate, sembra spostarsi dentro l’individuo, nella sua fragile libertà che lo fa oscillare tra il bene e il male. Ma il viaggio è appena iniziato.