Alexis Tsipras lo ha ripetuto anche nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, in visita ad Atene: ha definito «assurde» le richieste delle istituzioni creditrici, che vogliono mettere all’asta le prime case dei cittadini greci indebitati con le banche.

«Dobbiamo tenere conto di questioni che, oltre la barbarie economica, riguardano anche una dimensione morale: nello stesso momento in cui gli abitanti delle nostre isole accolgono a braccia aperte ondate di profughi, il governo viene obbligato ad aumentare l’Iva nelle isole», ha aggiunto Tsipras.

Atene non chiede maggiore flessibilità, solo per il fatto di aver continuato a fare il proprio dovere nell’emergenza immigrazione, ma richiama l’Europa al rispetto di alcuni principi-base, che dovrebbero mettere, a prescindere, la persona al centro dell’agire politico.

Schulz, che nei difficili giorni della trattativa del governo greco con i creditori, l’estate appena trascorsa, aveva più volte usato dei toni che non miravano, esattamente, rasserenare il clima, oggi mostra di comprendere la fondatezza delle richieste elleniche, riguardo alla protezione della prima casa e alla difficoltà ad alzare l’aliquota dell’Iva per le isole, e ha voluto promettere di farsi latore delle richieste di Tsipras, presso le istituzioni europee. «Non dobbiamo chiedere delle misure improduttive, è una cosa che comprendo molto seriamente», ha detto il presidente del Parlamento Europeo, aggiungendo anche che «ci troviamo in una fase in cui è possibile recuperare la fiducia», tra la Grecia e i creditori.

Schulz e Tsipras ieri a Atene (LaPresse)
Schulz e Tsipras ieri a Atene (LaPresse)

Bisognerà vedere, certo, se alla fine verrà accolta la richiesta del governo di Atene di poter fare in modo che anche il Parlamento Europeo, venga aggiunto alle istituzioni che dovranno valutare i «progressi» compiuti dalla Grecia nell’applicazione del compromesso firmato in agosto. Anche se Schulz, non ha mancato di ricordare che «solo rispettando quanto pattuito, si potrà fare in modo che venga ristabilito un clima di fiducia nell’economia del paese».

All’aeroporto di Atene, Eleftherios Venizelos, alla presenza di Tsipras e Schulz, sei famiglie di profughi provenienti dall’Iraq e dalla Siria, arrivate in Grecia nelle scorse settimane, si sono imbarcate, ieri mattina, in un volo che le ha portate in Lussemburgo. Si tratta del primo trasferimento, nel quadro dei recenti accordi europei, dalla Grecia verso un altro paese membro dell’Unione.

Nel frattempo, è arrivato ad Atene anche il commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici, per chiarire che «la Grecia dovrà prima tenere fede ai propri impegni e poi le verrà versata la prossima tranche di aiuti, pari a due miliardi di euro». Il suo messaggio è chiaro e non proprio dei più tranquilli: Atene ha solo quattro giorni a disposizione- sino all’Eurogruppo di lunedì prossimo- per trovare un accordo sulla questione dei cittadini indebitati e la possibilità che non perdano la casa di proprietà in cui vivono.

Molti analisti riportano che il governo di Syriza viene sottoposto a nuove, fortissime pressioni, e che una delle proposte dei creditori è di permettere a chi è indebitato con le banche di continuare ad abitare nel proprio appartamento, ma a condizione di versare un affitto proprio agli enti bancari.

Il calendario ufficiale prevede che la valutazione dell’applicazione del memorandum imposto alla Grecia, da parte delle istituzioni creditrici, dovrebbe concludersi entro il 20 novembre, per poter aprire, in seguito, il delicato e importantissimo dossier della riduzione o alleggerimento, che dir si voglia, del debito pubblico. Se i vari passaggi previsti, ovviamente, non incontreranno intoppi provocati da ulteriori richieste di scuola ultraliberista.

C’ è poi anche la questione della ricapitalizzazione delle banche greche – per un massimo di 14 miliardi di euro – che ci si aspetta si riesca a concludere prima della fine dell’anno. «Non dobbiamo farci sfuggire il momento favorevole» ha ripetuto Moscovici ai giornalisti. Allo stesso tempo, tuttavia, non deve neanche sfuggire, alle istituzioni europee in primis, l’enorme sforzo che sta compiendo Syriza e il suo governo, per cercare di garantire la coesione sociale e non tradire il mandato degli elettori.