L’Ue, in accordo con il nuovo governo libico sostenuto dall’Onu, sta preparando un piano per impedire «con misure drastiche» il flusso estivo di profughi dal Nord Africa attraverso la rotta mediterranea. Tra le misure, oltre alla creazione di «centri temporanei di raccolta per profughi e migranti» sul suolo libico, si menziona l’ipotesi di «aree di carcerazione». Lo rivela Der Spiegel online che ha visionato un documento di 17 pagine elaborato dal servizio europeo per l’azione esterna che sostiene l’attività dell’Alto rappresentante Ue. Sui centri raccolta e campi di detenzione, gli esperti Ue sottolineano la necessità di trattare con dignità e rispetto dei diritti dell’uomo i migranti e di prestare attenzione alle condizioni speciali di bambini e donne. Sul piano operativo si prospettano aiuti nella formazione di una guardia costiera e di una marina libica attraverso il supporto della missione marina antiscafisti Ue Sofia e nella costruzione delle infrastrutture di polizia e giustizia. Il documento evidenzia inoltre le difficoltà di individuare al momento interlocutori libici sicuri.

«L’Ue ha più volte detto di essere pronta a sostenere il governo libico in un certo numero di settori, incluso l’aiuto umanitario, la migrazione, la sicurezza. È stato ribadito anche all’ultimo consiglio Esteri. Il lavoro preparatorio è in atto, in particolare per sostenere la gestione delle frontiere, lottare contro la migrazione irregolare ed i trafficanti», così un portavoce dell’Unione europea, dopo la pubblicazione di Der Spiegel. «Il rispetto per i più alti standard dei diritti umani e delle leggi internazionali è al centro del nostro lavoro. E questo è il principale obiettivo del nostro lavoro preparatorio: dare sostegno alle autorità libiche affinché assicurino che la gestione di migranti e profughi in Libia sia in linea con questi standard, per assicurare loro condizioni dignitose – afferma il portavoce -. Continueremo a lavorare in stretto coordinamento con l’Unhcr e l’Oim per aiutare nella gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo».