Dopo qualche mese incubazione, di incontri e movimenti carsici, parte domani la campagna «Liberare Roma». Appuntamento alle 15 al «Forma Spazi» (via Cavour 181).

«UN PERCORSO A TAPPE» spiega il profilo facebook, un progetto di «un anno di mobilitazioni e protagonismo cittadino aperto a chi vorrà essere con noi parte del sogno più grande». Liberare, appunto, la capitale dalla cappa della gestione della sindaca Raggi. Ma anche scongiurare che dopo Raggi al Campidoglio arrivi la destra nazionalista che da tempo scalda i motori. «Partiamo ora, siamo già in ritardo, ma abbiamo ancora il tempo sufficiente per fare un percorso reale, non fittizio, per mettere insieme le energie. Che del resto si stanno già muovendo», spiega Amedeo Ciaccheri, enfant terrible della sinistra romana, presidente del municipio VIII e ora frontman della campagna. «Con noi già ci sono associazioni, movimenti, espressioni di civismo. Vogliamo cucire i pezzi strappati della città. Una città oggi spenta, senza slanci. Governata male, poco curata, spesso abbandonata a se stessa. Un luogo dove è diventato difficile vivere». Ciaccheri ha già sconfitto i 5 stelle nel suo municipio, dopo aver vinto le primarie contro il candidato Pd. Sarà il riferimento, ma non sarà solo. Domani presenterà il primo pacchetto di mischia, una nidiata di giovani protagonisti di movimenti, esperienze associative. Ci saranno però anche i ‘seniores’, «perché siamo favorevoli all’innovazione, ma non alla rottamazione». Fra i tanti c’è Paolo Cento, ecologista e da sempre anima dialogante di Sinistra italiana: «Lanceremo una sfida bella e coraggiosa anche a Roma. Una coalizione civica e sociale capace di una proposta per tutto il centrosinistra. Domani sarà lanciata con i volti di una nuova generazione di amministratori e attivisti, come Amedeo. La sinistra politica non stia a guardare, si metta a disposizione con generosità di un’alleanza larga, unita e radicale».

«CORAGGIOSA» È LA PAROLA CHIAVE. L’esperienza che parte domani a Roma, con un omaggio a Renato Nicolini, è sorella della lista emiliana che ha portato Elly Schlein ad essere la più votata della sua regione (oltre 20mila voti). Ma esperienze simili sono già attive a Padova, Brindisi, Napoli e Milano. A Roma hanno portato all’elezione di Caudo al III municipio e, appunto, Ciaccheri all’VIII. È una rete da tempo coltivata dagli europarlamentari Smeriglio e Bartolo, i deputati di Leu Fratoianni e Muroni, il sindaco di Milano Sala e l’ex sindaco di Cagliari Zedda. E naturalmente Schlein.

ALL’ORIZZONTE C’È LA COSTRUZIONE di un’area «civica radicale, ecologista, femminista, sociale della coalizione democratica e progressista che sfiderà Salvini e 5S alle comunali». Con le primarie. E qui va detto che il Pd per ora resta quasi immobile. Il rischio è che all’inerzia segua alla fine una candidatura catapultata da qualche stanza del Nazareno. Un sondaggio reso pubblico la scorsa settimana dà l’ex dem Carlo Calenda in pole position fra i papabili sindaci di centrosinistra, davanti al sottosegretario Morassut e allo stesso Ciaccheri.

Per scongiurare una situazione che non sia in grado di coinvolgere l’intera cittadinanza, a Roma c’è da lavorare subito «sul nuovo urbanismo e sulla rigenerazione urbana», spiega Ciaccheri, «sugli spazi che siano occasione di questa rigenerazione; sulla questione generazionale: Roma non è una città per giovani. E infine sulle sofferenze della città: la vita quotidiana è sempre più difficile, le distanze e le disparità sempre più profonde. È intollerabile che fra chi abita ai Parioli e chi abita a San Basilio ci siano una differenza persino in anni di aspettativa di vita».

PER CIACCHERI LA RECENTE svolta anti salviniana di Raggi è solo uno specchietto per le allodole: «Sta provando in maniera maldestra e inefficace a difendere il ruolo della città dalle aggressioni di chi da sempre ed ora più duramente la attacca come capitale storica del malgoverno. La sindaca aveva il mandato di difendere anche l’orgoglio di Roma. Non è in grado di governarla e quindi neanche di farsi carico di un’alleanza popolare in difesa della capitale dalle aggressioni ideologiche leghiste».