Dopo la pioggia di venerdì splende il sole e il cielo è terso a Riccione nella seconda giornata del congresso di Sinistra ecologia e libertà. Un po’ di chiarezza aiuterebbe anche al chiuso della sala del palacongressi, dove all’indomani della relazione di Nichi Vendola i delegati ancora ne discutono il contenuto facendosi domande in particolare sulla parte dedicata all’Europa. O meglio, tutti ritengono di aver interpretato correttamente l’intervento del presidente. Peccato che le interpretazioni non coincidano. Insomma, per Vendola la «strada giusta» è senz’altro quella dell’adesione al Pse e del sostegno, per la presidenza della Commissione Ue, al tedesco Martin Schulz attraverso la presentazione della lista di Sel alle elezioni europee? Oppure non ha escluso l’adesione alla lista per il leader della greca Syriza, Alexis Tsipras, sempre che ciò non significhi dover entrare nel gruppo della Gue, la sinistra europea?

La lettura, appunto, non è unanime. A volte magari può giocare la sua parte un velo di tendenziosità. Ma certo non è di aiuto alla comprensione l’ipotesi stessa tratteggiata da Vendola, con qualche difficoltà anche per lui che infatti ha invitato a non considerarlo «zigzagante»: quella della «terra di mezzo», del «con Tsipras» ma non contro Schulz e anzi possibilimente nel Pse (la richiesta di aderirvi è partita da tempo). Una posizione indefinita comunque, perché volutamente aperta a tutte le anime del partito per evitare una spaccatura netta. Quella che nessuno vuole adesso. Anche perché a breve, probabilmente dopo l’estate, Sel dovrà affrontare anche il nodo della nuova leadership.

Parole più chiare su come affrontare le europee Vendola le promette per oggi, nella sua relazione conclusiva che terrà conto dell’andamento del dibattito. E quale dovrà essere la strada, dalla discussione è emerso questa volta chiaramente. Anzi, ancor più che le parole dal palco è stata l’esplosione della sala, la standing ovation, il lungo applauso scattato alla lettura del messaggio del «compagno Tsipras» a dire dove sta l’orizzonte di una larga maggioranza di Sel. «Tsipras, Tsipras, Tsipras» scandisce la platea che subito dopo tributerà un ben più composto applauso anche a Schulz, la cui lettera di auguri agli «amici e compagni» di Sinistra e libertà viene letta subito dopo.

[do action=”quote” autore=”Raffaella Bolini”]«Non buttiamo a mare la possibilità di unire la sinistra»[/do]

Nonostante i presentatori (Fulvia Bandoli, Nicola Fratoianni e molti altri) non vogliano dare nulla per sicuro, l’emendamento che chiederà un chiaro sostegno a Tsipras (la cui Syriza negli ultimi sondaggi tocca il 31% superando oltre il Pasok anche Nea Democratia) con la partecipazione alla lista promossa da Spinelli, Camilleri, Viale, Gallino e Flores D’Arcais non dovrebbe dunque incontrare ostacoli troppo alti. Tanto che Gennaro MIgliore,il capogruppo a Montecitorio, nel suo intervento dal palco riconosce in anticipo la sconfitta della sua linea, più dialogante con il Pd e di chiara adesione al Pse e di sostegno a Schulz, ma seguirà la decisione che prenderà il partito, pur mettendo in guardia dal pericolo del minoritarismo e avvertendo: attenzione a non tornare indietro, «esiste il giorno delle elezioni e c’è il giorno dopo. Noi ci siamo mobilitati quando la Grecia bruciava, non solo quando c’era da presentare una lista».

Prima di lui, Giulio Marcon aveva incalzato: «Sel dovrebbe farsi promotrice della lista per un’altra Europa, non subire questa iniziativa, ma prenderla». E «non buttiamo a mare questa possibilità», aveva insistito anche Raffaella Bolini dell’Arci. Mentre Nicola Fratoianni aveva chiesto di «darci qui e ora una prospettiva e una proposta politica, perché non possiamo permetterci più di non scegliere. Ha ragione Nichi, non possiamo trattare Schulz come un qualunque leader del Ppe, ma possiamo dire che dobbiamo cambiare le famiglie europee, con l’indicazione che stiamo con Tsipras? Potrebbe essere di aiuto anche per Schulz». Applausi. E ovazione soprattutto per Maurizio Landini, che parla di lavoro, diritti, rappresentanza (parlamentare e sindacale, facendo un parallelo tra la legge elettorale proposta da Renzi e l’accordo sindacati-Confindustria sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro).

[do action=”quote” autore=”Maurizio Landini”]«In Europa non conta con chi ci si va ma come ci si va»[/do]

Temi sui quali inevitabilmente sono tutti d’accordo e tutti applaudono con la stessa convinzione. Ma in conclusione, anche Landini dà un’indicazione precisa sull’Europa: quello che conta «non è con chi ci si va, ma come ci si va». Insomma, se ci si va con in mano la Costituzione e contro il fiscal compact, Landini non sembra avere dubbi su quale sia la «strada giusta». L’applauso è ancora fragoroso, qualcuno in platea immagina il leader della Fiom alla guida del partito, ma l’ipotesi non esiste.

La palla passa ora alla commissione politica. Dove resta da sciogliere anche il nodo del nuovo coordinatore del partito, che dovrebbe essere Nicola Fratoianni. La conta è rinviata. Ma l’attuale coordinatore Ciccio Ferrara, si è chiamato fuori annunciandolo dal palco con qualche amarezza. Perché, dice, «abbiamo costruito più geometrie che identità, soggettività politica». Come dice un delegato perugino, lo slogan del congresso, «la strada giusta», avrebbe dovuto avere un punto interrogativo. Oggi qualche risposta dovrà arrivare.