Un papero smidollato è il protagonista del nuovo romanzo a fumetti (stavolta breve) di Alessio Spataro, che torna alla satira dopo le biografie Biliardino (Bao Publishing, 2015) e Violeta Corazón maldito (Bao Publishing, 2017). Le avventure rossobrune di Ego Fuffaro pubblicato da Shockdom, racconta le vicende di un animaletto antropomorfo e privo di spina dorsale. Se da bambino si ritrova a dover fronteggiare il Fronte della cucciolata, un gruppetto di compagni di scuola che lo bullizzano, da grande, reduce da studi filosofici, grandi riflessioni sull’io e sul proprio vissuto, il papero diventa un opinionista di riguardo; allora è la stampa che tenta di estrapolare un senso dai suoi discorsi altisonanti e farraginosi, e dopo aver parlato di “fascismo in assenza di fascismo” durante un’assemblea di Casa Pound, dovrà scontrarsi con i temibili abitanti del sottosopra gialloverde. In passato nella Ministronza (Grrrzetic, 2009) in cui Spataro, raccontava episodi della vita politica di Giorgia Meloni con toni così corrosivi da svegliare tutto il Parlamento, e più tardi in Heil Beppe, pubblicazione realizzata con Carlo Gubitosa nel 2014 per l’associazione Altrainformazione, l’autore catanese aveva scagliato la sua ironia dissacrante verso il leader del M5S creando un “manuale libertario contro un partito autoritario”. Si trattava di satira politica pura, mentre oggi, con il papero narcisista ispirato al filosofo Diego Fusaro, Spataro presenta una figura emblematica dell’ambiguità verbale che permea il discorso della classe dirigente e che risponde alla progressiva e sistematica perdita di approccio critico da parte della società verso la vita della comunità, verso la politica spicciola. Lo fa disegnando una fiaba coloratissima e inquietante, dove la fuffa porta queste caricature animalesche (indimenticabili quelle della sezione stampa del Ratto Quotidiano) a rappresentare intere categorie di pensiero.

«Il personaggio della realtà è molto più estremo del mio papero: è un presenzialista in tv, porta barbetta e occhialetti, si atteggia e ha posture da classico intellettuale di sinistra, uno stereotipo che il popolo dovrebbe odiare, invece che alimentare. Nel fumetto è un tramite di idee politiche totalmente naziste, come la sostituzione etnica, la convinzione che esista un piano Kalergi, un progetto internazionale che tende a sostituire il popolo italiano con gli africani. Diego Fusaro per esempio sostiene che l’Europa occidentale sia così tollerante in materia di omosessualità proprio perché fa parte di questo complotto». Dati, sostiene Spataro, fallaci e comunque discutibili, opinabili. «E comunque-aggiunge-se gli italiani sono così, tanto vale che si estinguano».

La confusione ideologica volutamente strutturata nelle parole di Diego Fusaro, questa ambivalenza costante nel dichiararsi “né di destra né di sinistra” è in realtà nelle parole di Spataro «totalmente coerente con la tradizione fascista e nazista: i nazisti copiavano dai colori delle bandiere, all’iconografia leninista, anche nei baffi e ovviamente nelle ideologie, traditori che furono delle istanze di cui erano inizialmente portatori». Si tratta di un capovolgimento costante riprodotto nel libro in uno spassoso impianto che attinge alla cultura pop, in una citazione dalla serie tv Stranger things, laddove Spataro crea un sottosopra gialloverde, un mondo capovolto popolato di fascisti rappresentati come maiali. La sinistra rimane relegata a un paradosso e Spataro si diverte a storpiare i nomi dei personaggi come il suo protagonista fa con quelli delle ideologie. Il libro si chiude con una gustosa appendice che raccoglie le caricature degli incubi e delle ossessioni di Fusaro: dall’ Erasmus che rischia di intorbidire la razza, alla svirilizzazione genderista, all’immancabile turbocapitalismo ortopedizzante , il libro si chiude nel delirio complottista tipico dei molti soggetti politici che san bene come puntare il dito lontano da sé pur di non assumersi nessuna responsabilità.