immaginesport

Cosa possono avere in comune un insegnante di matematica e un laureato precario free lance? La passione per il calcio. Una nuova generazione, precaria e cognitiva, si sperimenta nella pratica della scrittura a più mani dando vita ad interessanti esperimenti editoriali: è il caso del recente libro, firmato da Federico Greco e Daniele Felicetti, Calcio (poco) romantico (Urbone Publishing, pp. 149, euro 12). I due autori conducono da anni l’esperienza del blog calcioromantico.com; in seguito, dopo avere fatto tesoro di racconti, testimonianze e sollecitazioni sul tema del pallone hanno realizzato questo lavoro testuale, leggero quanto piacevole.

IL TITOLO Calcio (poco) romantico testimonia un percorso di riflessione e evoluzione intellettuale; il calcio, infatti, per i due autori non rappresenta un tema neutro, ma al contrario esso viene riletto in quanto significante denso, fatto sociale totale, che permette di rileggere, attraverso le sue storie e le sue narrazioni, particolari momenti storici-sociali. Un viaggio che parte dagli anni Trenta fino ai giorni nostri attraversando molte tappe fondamentali del Novecento, spostandosi dall’Italia alla Spagna franchista, dall’Argentina alla Jugoslavia ed alla Russia sovietica, scavando nelle contraddizioni e negli elementi critici della contemporaneità quali la finanza creativa e le discriminazioni sociali, razziali, di genere, il tutto tramite brevi racconti scanditi da una ironica serietà ai quali si aggiunge una non trascurabile bibliografia finale.

LONTANI dalle retoriche populiste e nazionaliste, Greco e Felicetti, che a giugno saranno ospiti a Padova al festival di radio Sherwood, accendono inoltre i riflettori sul calcio popolare e autogestito; e sulle molteplici esperienze di gruppi e associazioni (antifasciste, antirazziste) che usano questa pratica sportiva come strumento di riappropriazione dello spazio urbano, della socialità. Alcune esperienze hanno dato vita a importanti iniziative come «We Want To Play», che mira far cambiare i regolamenti federali per rendere il calcio più accessibile ai migranti. È con questa passione politica che il calcio contemporaneo può servire ancora per vincere le partite più importanti.