Oggi, 31 agosto, alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia verrà presentato Segnale d’allarme – La mia battaglia VR, un’esperienza in realtà virtuale firmata da Elio Germano e Omar Rashid, fondatore del progetto multimediale Gold.
Con questo lavoro i due registi fanno una sorta di opera di traduzione. Un progetto dallo sviluppo estremamente interessante che pone allo spettatore un doppio nodo problematico in pieno spirito del nostro tempo: un affanno politico e una riflessione sul cinema e sulla regia.

FORMATI CONTAMINATI
Prima di essere un progetto VR, infatti, Segnale d’allarme è stato uno spettacolo teatrale in forma di monologo diretto e interpretato da Elio Germano e scritto a quattro mani con Chiara Lagani, che è girato per le sale italiane lo scorso anno. Nella connessione tra i due formati risiede la strategia del progetto nella riuscita percettiva dello scopo che vuole raggiungere.
Già il 19 giugno scorso il progetto VR fu presentato al cinema Stensen di Firenze, che può vantare a pieno titolo il primato di una nuova formula: la prima proiezione italiana a 360 gradi. La sala del cinema d’essai del capoluogo toscano si è infatti trasformata in un palcoscenico virtuale, mantenendo la sua natura schermica ma sovvertendone la prassi. Seduto nel più classico dei luoghi per la visione di massa, il pubblico è stato immerso nel proprio schermo-visore assistendo in absentia allo spettacolo proposto.
Una volta indossato il visore, dalle poltrone del luogo fisico si è infatti catapultati tra il pubblico dello spettacolo teatrale e difronte a Elio Germano, seguendo il corso reale di una delle sue repliche. Fino a qui sarebbe una normale esperienza di presenza in ambiente virtuale, presupposto di ciascun progetto VR.
Ma attenzione, lo spettacolo è concepito come un’interlocuzione continua con gli spettatori, come un monologo in crescendo che suscita reazioni, come un climax che costruisce, appunto, segnali d’allarme. Il senso comune, le strategie di comunicazione, l’uso degli slogan, la manipolazione, gli slittamenti semantici, sono alcuni dei cardini intorno a cui Germano costruisce uno scomodo reticolo intorno alla posizione (passiva?) dello spettatore.

INGRANAGGI ILLUSORI
Dopo poco, dunque, già molti livelli si sono intrecciati. Lo spettacolo, realmente andato in scena, si porta dietro il suo contesto, ripreso dalla telecamera a 360 gradi per la VR. Le reazioni e i comportamenti del pubblico diventano quindi anch’essi parte dello spettacolo VR, sollecitando un cortocircuito a dir poco interessante che inizialmente soddisfa una libertà voyeristica massima.
In questa geometria, i linguaggi del teatro, del cinema e delle esperienze performative più in generale, collaborano all’insieme delle operazioni a cui assistiamo. Rimescolati e aspecifici, fanno germinare una nuova esperienza di visione basata su un altro modo di vedere, su altre relazioni tra idee, ritmi e punti di vista, la cui genealogia è senza dubbio in quei grandi dispositivi che hanno fatto la storia novecentesca della prassi registica.
È proprio in questo ingranaggio illusorio che emerge la consapevolezza teorica dei due registi che mira a indagare i problemi relativi alla costruzione dell’inquadratura, della composizione dell’immagine e dell’ambiente sonoro mescolando impianto teatrale e linguaggio audiovisivo. Ma soprattutto chiedendo allo spettatore quale sia la sua funzione nell’orizzonte espanso del post-cinema così come nel diluvio di immagini e flussi in cui è abituato a vivere.
La qualità di questo lavoro, che lo rende degno di nota nel panorama delle esperienze di realtà virtuale, è la relazione proficua tra medium e contenuto. La VR non viene solo usata come strumento spettacolare ma si offre come terreno dimostrativo per interrogare un linguaggio che interessa ormai da tempo l’industria dell’intrattenimento e la ricerca artistica oltre che essere impiegato in numerosissimi ambiti della vita a scopi educativi, curativi, sportivi, bellici.

SPAZIO SOCIALE E VR
Non sorprende che la Mostra del Cinema, che già dedica alla realtà virtuale una cospicua sezione, accolga questo lavoro dell’ambito delle Giornate degli Autori. Un progetto dalla forte vocazione teorica che intende porre attenzione sulle trasformazioni di senso che lo spazio sociale assume in relazione al potente medium della realtà virtuale.
Germano e Rashid presenteranno Segnale d’allarme – La mia battaglia VR alla Villa degli Autori oggi, 31 agosto, alle 15:00. Per la visione saranno disponibili visori VR, fino ad esaurimento posti disponibili.