Al grido di «Franceschini ora basta, sblocca le rinnovabili» domani scende in piazza il popolo a favore della diffusione delle turbine eoliche e dei campi fotovoltaici. L’appuntamento è davanti al ministero dei Beni Culturali (via del Collegio Romano 27, a Roma) alle 11 per un sit-in organizzato da Cittadini per l’Italia rinnovabile, un comitato che rifiutano l’uso strumentale dei valori paesaggistici per frenare lo sviluppo delle fonti energetiche pulite.

AL COMITATO HANNO ADERITO anche diversi esperti del settore, da Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto Club, a Livio De Santoli, presidente del coordinamento Free, da Dario Tamburrano, ex europarlamentare M5S ad Annalisa Corrado di Green Italia, a Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale di Legambiente. Alla manifestazione parteciperanno: Fridays For Future Italia, Legambiente Firenze, la rivista QualEnergia, Paese Reale, EcoFuturo Festival, EcoLobby, Europa Verde – Verdi, Volt Italia, Federcasalinghe, Ultima Generazione.

«CI RIVOLGIAMO AL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI, alle Sovrintendenze e ai comitati che talvolta non digeriscono sui loro territori gli impianti per l’energia rinnovabile. A tutti diciamo: aiutateci a costruire nel miglior modo possibile il paesaggio della transizione – dice il portavoce del comitato Mauro Romanelli – Sappiamo quanto il paesaggio sia importante, ma non è nemmeno qualcosa di immutabile, perché il paesaggio cambia nella storia. Siamo consapevoli che la fase dei cantieri delle opere può essere impattante, ma la crisi climatica che ora si somma a quella energetica ci impone di fare delle scelte. Vogliamo un nuovo paesaggio, quello della transizione ecologica, che ospiti armoniosamente le energie pulite e non le rifiuti con pregiudizio. Siamo convinti di essere la maggioranza in questo paese».

DATI ALLA MANO, ROMANELLI SNOCCIOLA I DATI del primato italiano della lentezza nell’ottenere le autorizzazioni per installare gli impianti (6/7 anni, contro 1 anno della Germania) e della scarsa crescita della potenza rinnovabile installata, meno di 1 GW all’anno, contro un bisogno di 10 GW all’anno per rispettare gli impegni climatici. E a chi pensa che «piccolo è bello» e che possano bastare gli impianti di piccola scala per la transizione, Romanelli ricorda che l’insieme di tutti gli interventi del Superbonus 110% nel periodo 2020-22 hanno permesso di tagliare solo 1 TWh di energia all’anno, mentre il campo eolico off-shore proposto al largo delle isole Egadi, per esempio, potrebbe da solo produrre 9 TWh all’anno. «Ministro Franceschini, non vorrà mica dirci che tutti i progetti che il Suo Ministero tiene fermi sono tutti progetti distruttivi, inaccettabili, quando i milioni di impianti rinnovabili di cui pullula il Pianeta, operativi e funzionanti da anni, non hanno rovinato proprio niente? – scrivono i Cittadini per l’Italia rinnovabile in una petizione su change.org che sfiora le 50 mila firme – Nessuno crede che il responsabile di questa situazione sia soltanto Lei, ma è giunto il momento che tutti si assumano la propria parte di responsabilità, di fronte ad un cambiamento necessario e non rimandabile».

DIFFUSIONE E COLLOCAZIONE degli impianti di energia rinnovabile sono temi che hanno diviso anche una parte del mondo ambientalista. «Noi crediamo che questi conflitti siano insorti anche a causa di molte fake news e di una buona dose di pregiudizi – spiega Romanelli – ai quali vogliamo rispondere con informazioni corrette e con il massimo coinvolgimento dei territori attraverso il dibattito pubblico, un percorso partecipativo che nella maggior parte dei casi aiuta a smorzare le tensioni e a trovare soluzioni condivise».

INVECE, AL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ecologica Roberto Cingolani i Cittadini per l’Italia rinnovabile mandano a dire che non ne vogliono sapere di più gas e di nucleare, ricordando che all’ultima asta per il Capacity Market sono state assegnate quote a impianti con accumuli e pompaggi, dunque con più energie rinnovabili e meno gas. «Qualcosa si muove, il vento sta cambiando, seguiamo questa scia» auspica Romanelli.