In fondo al mare si trovano, tra le voci dei migranti persi in mare, partiture di Stravinskij come il Tango di apertura, insospettabilmente classico e porteno, traditionals pugnaci (Hole Hole Bushi, nell’arrangiamento di Fred Ho), esplorazioni tra pneumologia e geometria non euclidea in tre esercizi zen ai bordi del silenzio (Single Line Drawing) e molto altro ancora. Il nuovo disco in solo di Marco Colonna è equamente suddiviso tra composizioni proprie ed altrui, approcciate con lirismo e determinazione. Clarinetto, clarinetto basso, sax baritono e flauto sondano i mari della tragedia, della storia, della musica. Le fasi lunari e le lunghe note interrogative di Steve Lacy (Moon), un Picasso languido e perso in languide nuvole bop (il pezzo di Coleman Hawkins), l’autografa don Quixote, dove con due clarinetti si racconta l’epica surreale e dolente di chi non si arrende all’esistente. La title track è un naufragio minimassimalista semplicemente da brividi: cuore, respiro e visione per dire l’indicibile.
Un naufragio da brividi con Stravinskij
Note sparse. Il nuovo disco in solo di Marco Colonna «Guernica in fondo al mare», diviso tra composizioni proprie ed altrui, approcciate con lirismo e determinazione

Marco Colonna
Note sparse. Il nuovo disco in solo di Marco Colonna «Guernica in fondo al mare», diviso tra composizioni proprie ed altrui, approcciate con lirismo e determinazione
Pubblicato 5 anni faEdizione del 31 gennaio 2018
Pubblicato 5 anni faEdizione del 31 gennaio 2018