Israele costruirà, investendo 2,2 miliardi di dollari (oltre un miliardo e mezzo di euro), un muro intorno a Gaza, sia sopra che sotto terra, per decine di metri. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Yediot Ahronot precisando che la barriera si estenderà lungo i 96 chilometri della frontiera tra la Striscia di Gaza e il sud di Israele. Il progetto in effetti non è nuovo. Tuttavia segna, simbolicamente, l’inizio del mandato neo ministro della difesa e leader dell’ultradestra Avigdor Lieberman, in procinto di recarsi a Washignton per discutere con l’Amministrazione Usa dell’aumento degli aiuti militari americani a Israele (40 miliardi di dollari in 10 anni e di questi 445 milioni di dollari per un nuovo sistema di difesa antimissili). La barriera avrà lo scopo, spiega Israele, di impedire infiltrazioni da Gaza attraverso i tunnel sotterranei costruiti dal movimento islamico Hamas e da altre organizzazioni palestinesi. Si aggiunge a quelle costruite da Israele nella Cisgiordania occupata, lungo i confini con l’Egitto e, in misura più ridotta, con il Libano, e a quella in fase di progettazione nella Valle del Giordano.

Da tempo si parla di una nuova offensiva militare israeliana contro Gaza e Hamas. L’ultima, due anni fa, ha causato circa 2.300 morti tra i palestinesi ed enormi distruzioni (gli sfollati sono ancora decine di migliaia). Il completamento della nuova barriera anti-tunnel intorno alla Striscia perciò potrebbe aprire la strada a un nuovo conflitto. Due giorni fa una fonte del ministero della difesa israeliano – forse lo stesso ministro Lieberman secondo le indiscrezioni – ha avvertito che un nuovo conflitto con Gaza è “inevitabile”, anche se questo “sarà l’ultimo” per Hamas. Lieberman negli ultimi anni ha più volte invocato un attacco militare finalizzato a rioccupare la Striscia e a rimuovere dal potere Hamas.