Ci sono dei gruppi in Italia, che pur mantenendo i piedi ben radicati nell’underground, sono riusciti a portare la propria musica ben oltre i confini della provincia. Zu, Father Murphy, Ovo, Aucan, sono (rigorosamente in ordine sparso e a mero titolo di esempio) tutte band che in questi anni sono riuscite a proporre una via personale alla musica «estrema», approccio che ha dato modo a questi gruppi di suonare ovunque, farsi apprezzare spesso più all’estero che in Italia, in qualche caso vivere di musica.

 

 

Tra questi troviamo anche gli Zeus! (formazione che si può definire senza timore di esagerare un «supergruppo»), in cui suonano Luca Cavina, bassista dei Calibro 35, e Paolo Mongardi, batterista dei Fuzz Orchestra (passato per band come Jennifer Gentle e Ronin). Siamo al terzo album, Motomonotono, registrato tra Imola e Chicago, anche questo come il precedente pubblicato dall’etichetta ThreeOneG di proprietà di Justin Pearson, attivissimo nel mondo hardcore californiano con Locust e Retox (con cui gli Zeus! hanno suonato in tour). Il duo cita come riferimenti i noise-rockers giapponesi Ruins ma anche le composizioni minimali di Steve Reich, e in effetti nel disco c’è tutto. Brevi brani strumentali di una furia notevole, la batteria che pesta dall’inizio alla fine e un gran lavoro sui suoni che crea un muro potentissimo, teso, con dinamiche complesse ma di impatto immenso.

 

 

Noise, hardcore, metal, math rock, tutto mescolato in una formula efficacissima, giocando anche per quanto riguarda titoli e immaginario con tutti gli stereotipi di questi generi. Un risultato forse inaspettato per chi magari conosce le raffinate composizioni dei Calibro 35. «Io però non vedo queste realtà in contrasto – spiega Cavina – Piuttosto soddisfano parti diverse della mia personalità musicale, che in me convivono. Quindi ben venga quest’alternanza, mi piace fare cose diverse. Certo qui l’approccio è differente, con il basso devo supplire alla mancanza di altri strumenti e questa è una sfida».

 

 

Gli Zeus! nascono dalle ceneri dei Transgender, band in cui i due suonavano a Imola nei ritagli di tempo dal lavoro nella cooperativa di lettura contatori in cui entrambi lavoravano (e che per la flessibilità nella gestione del tempo attirava molti musicisti). «Ora ho 34 anni e da cinque vivo di musica – racconta Cavina – Per me è una grande conquista. Però è difficile. Suono ogni due o tre giorni con le due band, faccio almeno 120 date durante l’anno, vuol dire essere sempre in giro. E poi non ti dico le difficoltà con il commercialista, a comprarsi casa, a farsi pagare sempre. E soprattutto non so fino a quando tutto questo potrà durare. Però certo è bellissimo così».

 

 

Il miglior consiglio, come sempre, è di sentirli dal vivo, tanto gli Zeus! hanno la bella abitudine di suonare dappertutto e anche nel periodo natalizio è facile trovarseli in concerto nel localesotto casa.