Con i suoni bandistici del Mediterraneo condotti da Cesare Dell’Anna e la sua danzereccia Girobanda accompagnata da mangiafuoco, giocolieri ed un colorito stuolo di artisti di strada, nella piazzetta delle Monache nel centro storico di Ruvo di Puglia, si è chiusa domenica l’edizione 2014 del Talos Festival.

Archiviata la prima parte della rassegna che tra il 4 ed il 10 settembre ha concentrato il focus su ensamble di musicisti pugliesi affermati ed esordenti, l’attenzione si è spostata sui nomi più blasonati. La prima giornata si è aperta con l’esibizione del duo di Gianluigi Trovesi ai clarinetti e Margherita Porfido al clavicembalo, ai quali si sono succeduti la Tankio Band e l’ospite Antonello Salis con un concerto dedicato al repertorio di Frank Zappa, ed il grande pianista inglese Keith Tippett esibitosi in solo al pianoforte.

Proprio il compositore britannico è stato uno dei principali protagonisti del Talos. Nonostante una carriera che lo vede attivo da oltre quarantacinque anni, ed esperienze che vanno dal jazz all’improvvisazione passando per formazioni orchestrali come la Centipede e l’icona rock dei King Crimson, Tippett continua ad entusiasmare il pubblico.

Sia in chiave solista che nel progetto “For Mandela” è emerso in tutto il suo valore. Proprio il progetto dedicato allo scomparso leader sudafricano ha rappresentato il punto più alto del Festival. Nella serata di sabato la MinAfric Orchestra a cui si sono aggiunte per l’occasione le partecipazioni di Tippett, della sua compagna Julie (al secolo nota anche come Julie Driscoll) e del batterista Louis Moholo, ha dato vita ad un concerto emotivamente intenso e di altissimo livello, proponendo un repertorio basato su brani scritti da autori sudafricani, dallo stesso Tippett e da Pino Minafra.

Nella giornata di domenica seconda esibizione anche per il batterista amico di Mandela: Moholo assieme a Livio Minafra al pianoforte ha dato vita ad una concerto in cui il tema dell’improvvisazione è stato predominante, con alcuni spunti ben riusciti.

Altra presenza importante e che ha molto contribuito alla riuscita del Talos Festival, è stata la presenza dello storica formazione Instant Composers Pool: l’Orchestra capitanata dal batterista Han Bennink è stata autrice di un set convincente e credibile , ma ancor più coinvolgente ed empatica è apparsa il giorno successivo, sabato, in occasione del workshop tenutosi nell’antico Ex Convento dei Domenicani. Fuori dal palco ed assieme agli studenti accorsi da tutta la penisola l’ICP ha tirato fuori il meglio di sé, creando un’atmosfera carica di suggestioni e fortemente comunicativa.

Ottima la prova del trio condotto dal sassofonista Roberto Ottaviano, autore di un sentito e convincente omaggio alla figura di Steve Lacy.