Una giornata da paura. Lo spread ha toccato i vertiginosi 335 punti base (il picco più alto da quanto si è insediato il governo), l’indice di piazza affari è tornato ai livelli del 2016, il collocamento di Btp Italia per il secondo giorno ha registrato un drammatico quanto simbolico flop, avvicinandosi ai minimi storici del 2012.

Alla vigilia del verdetto europeo sulla manovra targata Lega-M5S i mercati finanziari e gli investitori hanno voluto dire la loro. Come un convitato di pietra hanno fatto capire che se non siamo a una dichiarazione di guerra poco ci manca. Gli operatori cominciano a temere che siamo a un passo dai junk bond: carta straccia, invendibile. Dopo il collocamento retail dei Btp, che continuerà anche oggi, giovedì ci sarà il collocamento istituzionale dei nostri bond. Se anche in quel caso ci fosse un flop sarebbe un bruttissimo segnale per le finanze pubbliche.

Ma torniamo alle cifre della agitatissima giornata. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso in salita a 327 punti, con un rendimento del decennale al 3,62%, ai massimi dal 2014. Lo spread del Btp a 5 anni è salito a 293 punti. Ieri l’altro, la differenza tra il Btp e il Bund tedesco era di 321 punti.

Anche in Borsa è stata una giornata drammatica. L’indice generale Ftse-Mib ha chiuso in calo dell’1,87%, tornando ai minimi del dicembre 2016, ma il settore bancario è stato ancora più penalizzato assieme al settore energetico. Il calo sensibile di Wall Street, soprattutto per big della tecnologia come Apple, il calo del petrolio e lo scandalo di Danke Bank che colpisce in primo luogo Deutsche Bank, hanno fatto da detonatore, provocando cali in tutti i listini europei. Maglia nera come al solito Piazza Affari che ai guai internazionali ha aggiunto l’incertezza che provoca negli investitori la manovra. Se si da uno sguardo ai settori industriali quotati si capisce perché un operatore ci dice trafelato: «Una giornata da dimenticare». Ecco alcuni mini crolli: -7,2% Saipem, -5,4% Banco Bpm, -4,5% Banca Mediolanum. L’indice del comparto bancario italiano ha perso il 2,3%.

Crollo del petrolio, ai minimi da un anno (-4,3% Wti gennaio a 54,76 dollari al barile, -4% Brent gennaio a 64,15 dollari al barile), in attesa del vertice Opec del prossimo week end tra la richiesta di una forte riduzione della produzione da parte dell’Arabia Saudita e l’incertezza russa. Acquisti sull’oro salito a 1.223 dollari l’oncia. Sul mercato valutario, la minore propensione al rischio supporta il dollaro che torna sotto 1,14 nel cambio con la moneta unica europea (a 1,1394 per un euro da 1,1451 di ieri) e lo yen sull’euro (a 128,41 per un euro da 128,98). Dollaro/yen a 112,59 da 112,55.
Se si gira lo sguardo verso l’emissione di Btp l’umore nero che si respirava lunedì nella comunità degli affari non cambia, Anzi si fa più preoccupato, perché è la prima volta da anni che due emissioni di Btp fanno flop. Nelle emissioni di ieri e dell’altro ieri si trattava di Btp destinati al grande pubblico dei risparmiatori che sembra non abbiano nessuna intenzione, come ha chiesto più volte Matteo Salvini, di dare una mano a questo governo acquistando titoli italiani. Le richieste arrivate dagli investitori retail si sono arenate a 241,3 milioni di euro. Peggio di lunedì quando hanno toccato i 481 milioni di euro. Un presagio bruttissimo se si pensa che nel 2012, l’anno più buio della crisi finanziaria, la raccolta fu il primo giorno di 218 milioni di euro ma il secondo giorno salì a 371.

«Contesto di mercato non favorevole in quanto ’avverso al rischio’ (risk-off) e timori per le tensioni che si stanno accumulando sui titoli di Stato italiani dopo il varo della Manovra». È in questo mix di fattori, dicono gli operatori interpellati dall’agenzia Radiocor, che vanno ricercate le ragioni del flop che sta accusando, almeno in queste due prime giornate di collocamento, il nuovo Btp Italia emesso dal Tesoro. Altro che Bot People modello anni ‘80. I risparmiatori italiani cominciano a fuggire prima che sia troppo tardi.