Autore delle sceneggiature di Traffic e Syriana (che in più ha diretto), Stephen Gaghan ha già dimostrato sia intuito che fascinazione per gli angoli oscuri dell’American dream, portandoci – anche geograficamente parlando – in quei luoghi di frontiera, dove il sogno si contamina con realtà molto più complicate e interessi molto più sporchi, banali – magari in paesi «esotici», come quelli che oggi Trump chiama fabbriche di bad hombres e terroristi.

Punito in Usa da una distribuzione rimandata più volte e poi troppo sacrificata per via dei problemi economici della compagnia di Harvey Weinstein, Gold – La grande truffa è un’altra avventura hard boiled a risvolto metaforico, un Wolf of Wall Street immerso nelle giungle dell’Indonesia, in preda al delirio della malaria e della febbre del dollaro nella Wall Street anni ottanta.

Discendente di una famiglia di cercatori d’oro (il nonno a bordo di un mulo, suo padre da dietro a una scrivania) Kenny (Matthew McConaughey) ha ereditato il fiuto di famiglia per le pepite ma la piccola compagnia mineraria del Nevada, che adesso comanda, viaggia in grosse difficoltà per via della crisi economica innescata dalle deregulation reaganiane.
I suoi impiegati ridotti a fare telefonate di lavoro dal bar dove lavora la sua fidanzata (Bryce Dallas Howard), Kenny tenta il colpo di reni impegnando fino all’ultimo centesimo in un viaggio nel sudest asiatico, alla ricerca di Mike Acosta (Edgar Ramirez), un mitico avventuriero/esperto minerario che teorizza l’esistenza di una grossa falda di oro nel cuore dell’Indonesia.

Pochi capelli lunghi e quasi sempre umidicci che circondano la pelata, la pancia malsana di uno che non sa cos’è la palestra, ma lo sguardo ardente di fiducia illimitata nel suo potenziale di capitalista d’altri tempi, Kenny proietta l’energia opposta alla coolness professionale di Acosta. In breve i due sono partner e hanno opzionato lo sfruttamento minerario di una zona remota della giungla. Per settimane nulla emerge dalle viscere di quell’inferno verde e Kenny cade preda di un attacco fortissimo di febbri malariche. Ma, quando tutto sembra perduto, dal fango e dalla fatica appaiono tracce di oro purissimo.
Dall’altra parte del mondo, il mercato azionario reagisce alla scoperta della nuova miniera come se fosse una tirata di coca purissima anche lei. E Kenny/Mr. Smith va a Wall Street. Ma il film di Gaghan ha più sorprese di questo apparente happy ending.