A dieci anni Gianni Rodari, che diventerà partigiano prima di giornalista e poi scrittore di sterminate fantasticherie, si costruì il suo primo strumento musicale, usando i coperchietti metallici delle scatole di cromatina, appesi a un bastoncello, e accorgendosi che - pestati in vario modo - componevano la scala musicale delle note. Più tardi si cimentò con l’armonica e col violino, affascinato dal misterioso linguaggio del pentagramma, ma senza troppi risultati. Tuttavia le sue sublimi composizioni - filastrocche, favole, poesie, rime baciate, facezie allegre, storie strampalate - hanno sempre conservato una intrinseca ritmicità così che tantissimi strumentisti le hanno amate e...
Visioni
Un laboratorio di note, musiche per Gianni Rodari
Musica. Una serie di uscite discografiche dedicate al grande scrittore e pedagogista