Un’altra giornata di pattugliamento e monitoraggio nel Mediterraneo centrale: ci siamo mossi per tutto il giorno lungo il parallelo che separa le zona Sar maltese e libica, pattugliando il tratto di mare che sta tra le 80 e le 60 miglia a nord della città libica di Zuwarah. In queste ultime 24 ore ci sono state almeno sette interventi delle tre guardie costiere che operano in questa zona, quella libica, la sedicente guardia costiera libica dato che manca del tutto delle adeguate imbarcazioni e dell’adeguata capacità di intervento e dedita essenzialmente alla caccia dei battelli dei migranti, quella maltese e quella tunisina.

ALMENO SETTE INTERVENTI che hanno coinvolto più di trecento migranti in viaggio. Come abbiamo cercato di denunciare, si tratta di interventi che con una prassi inusuale rispetto a norme del salvataggio in mare, sono stati annunciati solo quando sono stati conclusi, interventi che, contravvenendo alle più elementari norme del diritti marittimo, sono stati tenuti nascosti finché non si sono conclusi.

Già sabato avevamo detto che il primo intervento da mesi maltesi era stato comunicato alle 16.20 quando l’evento del gommone in difficoltà era noto fin dalle 10 del mattino. Il secondo intervento avvenuto domenica da parte dei maltesi non è stato neppure comunicato lungo i canali che dovrebbero essere utilizzati per questo. Eppure tutti sanno che noi stiamo operando in questo tratto di mare e siamo pronti a intervenire per operazioni di soccorso. Non a caso ieri mattina abbiamo ricevuto una chiamata dall’aereo dell’operazione «Sofia», del comando unificato europeo, un aereo con bandiera del Lussemburgo che opera in ricognizione lungo questo tratto di mare.

CI HA SOTTOPOSTO a un vero e proprio interrogatorio sulle persone, i dati e siamo stati ben felici di prestare la nostra collaborazione mettendoci a disposizione di questo ricognitore dall’alto nel caso avesse segnalazioni da inviarci. Ma per tutta la giornata da parte di tutte le autorità, la radio ha taciuto, dimostrando la mancanza di volontà a collaborare con chi come noi si trova in mare pronto a intervenire. Abbiamo occupato il nostro tempo continuando le esercitazioni sul Rib e completando i protocolli sanitari con l’inventario di tutti i medicinali che abbiamo a bordo.