«Mi scusi se parlo con questa foga, ma sono davvero scossa». A parlare è Justa Montero, portavoce dell’Asemblea femenista di Madrid e tra le attiviste della Plataforma de Mujeres frente al Congreso. Siamo di fronte a «uno schiaffo di inedite proporzioni ai diritti delle donne». Così definisce il giro di vite sull’aborto voluto dal ministro Alberto Ruiz-Gallardón, «una legge inutile e persino pericolosa perché spingerà le donne verso l’aborto clandestino».

Allora perché questa legge è stata disegnata e approvata?

Perché è un inchino che Gallardón fa ai settori più conservatori del partito, alla destra più retriva e alle gerarchie ecclesiastiche, che in questo paese si sono sempre opposte a ogni tipo di progresso nel campo dei diritti delle donne: il divorzio, gli anticoncezionali, e infine, l’aborto.

Eppure Gallardón sostiene che tratta di una normativa che protegge le donne e la maternità.

È una legge assolutamente ipocrita, perché non è stata fatta né per diminuire il numero di aborti né per proteggere la donna. A questo governo non interessa nulla delle donne e l’intento della legge non è certo quello di risolvere e di regolare i problemi connessi alla scelta di interrompere la gravidanza. Tant’è che la donna, in questa normativa, è presa in considerazione solo in relazione al feto: ne esce come una sorta di incubatrice ambulante, senza capacità di intendere e volere.

Si tratta quindi di un progetto puramente ideologico?

Certo. Se davvero si volesse ridurre il numero di aborti si interverrebbe a monte, a livello culturale, promuovendo l’uso di anticoncezionali, informando, ed estendendo i programmi di educazione sessuale tra i giovani, che sono invece stati tagliati. Ribadisco: quella di voler ridurre le interruzioni di gravidanza è solo una scusa che il governo usa per modellare ideologicamente la società spagnola.

Non c’è proprio nulla da salvare in questa nuova legge.

Assolutamente nulla. Anzi, è una legge che mi indigna e mi inquieta, perché, di fatto colloca le donne al margine della legalità e le spinge alla clandestinità per esercitare quello che è un loro diritto. Non mi capacito di come, dopo tanti anni di democrazia, un governo abbia avuto la sfrontatezza di imporre una legge come questa.

Lei fa parte della Plataforma de Mujeres antes el Congreso, che è un’entità che dialoga con il parlamento su temi specialmente legati alle donne, come l’aborto. Siete state chiamate in causa in questo caso?

No, perché con questo governo è impossibile discutere. La legge è stata scritta quasi in segreto e non c’è stato nessun tipo di consultazione con nessuna associazione femminista. È stata una vera e propria imposizione dall’alto.