La conferma è arrivata da alcuni migranti sbarcati nei giorni scorsi a Trapani. Ai volontari dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, hanno raccontato di essere stati costretti dai trafficanti a partire da una località vicina ad Homs, a est di Tripoli, anziché da Sabrata. A impedire ai barconi di prendere il mare da quello che ormai da tempo è uno dei principali punti di imbarco per i migranti diretti in Italia sarebbe stata una nuova formazione armata che gestirebbe anche alcuni centri di detenzione dove le persone fermate vengono rinchiuse.

A dare notizia degli inediti sviluppi che si sarebbero creati in Libia è stata ieri l’agenzia Reuters che attribuisce proprio alla nuova milizia armata – della quale farebbero parte «centinaia di civili, poliziotti e militari» – la spiegazione alla forte diminuzione di arrivi in Italia registrata a partire dallo scorso mese di luglio. Sempre secondo la Reuters i miliziani chiederebbero per il loro lavoro un riconoscimento politico e finanziario al governo di Tripoli, minacciando di far riprendere le partenze nel caso non dovessero ottenerlo. Secondo alcune fonti ascoltate dall’agenzia, inoltre, il gruppo – al comando del quale ci sarebbe «un ex boss della mafia» – lavora sulla spiaggia «per impedire che i migranti si imbarchino verso l’Italia» e «sta facendo uno sforzo enorme per pattugliare l’area». Se la notizia data dalla Reuters dovesse trovare conferma, da vittime dei trafficanti i migranti si ritroverebbero adesso a essere sfruttati da quanti dicono di voler contrastare il traffico di essere umani lucrando sulla pelle di quanti fuggono da guerre e miseria.

La Libia continua intanto a tenere banco a livello europeo. Ieri il premier Paolo Gentiloni si è sentito al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron per mettere a punto i dettagli del vertice che si terrà a versailles il prossimo 28 agosto con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier spigola Mariano Rajoy. Al centro del summit la situazione nel paese nordafricano e la questione dei migranti. Lo stesso giorno si terrà a Roma anche la riunione della cabina di regia del gruppo di contatto tra alcuni paesi dell’Ue (tra i quali anche Italia, Francia, Germania, Austria e Spagna) e Algeria, Niger, Mali, Tunisia e Ciad. Ordine del giorno: come riuscire a chiudere la frontiera sud della Libia, bloccando così i migranti prima che entrino nel paese.