Con Valentino perdiamo una delle personalità più intelligenti e curiose della sinistra italiana. Un uomo che ha saputo sempre pensare in maniera critica e coraggiosa e che mai ha rinunciato a spendersi con tutte le sue forze per ciò che riteneva giusto. Personalmente, con lui se ne va, oltre che un grande amico, anche un pezzo di storia della mia vita.

L’avventura del «manifesto» ha infatti rappresentato per me un modello e una palestra di vita fondamentale, che ricordo e ricorderò sempre con enorme affetto.

Mi piace anche sottolineare come Valentino firmò fin da subito il Manifesto della Fondazione di Slow Food, nel 1989. Allora non era affatto scontato che un’associazione che nasceva per occuparsi di cibo fosse anche profondamente politica e non solo figlia del riflusso. Valentino invece non solo lo capì subito e aderì con entusiasmo, ma ci fu sempre amichevolmente al fianco, e di questo gli sarò sempre grato.