Abbiamo incontrato nel sit-in islamista di Rabaa al Adaweya l’ex ministro della Cultura nel governo dei Fratelli musulmani. Alaa Abdel Aziz è stato per anni un noto produttore cinematografico, è poi approdato in politica nel neonato partito Tawid al-Arabi, parte della galassia islamista moderata. Appena entrato in carica nell’ultimo rimpasto di governo, voluto dall’ex premier Hesham Qadil, Alaa ha immediatamente rimosso Ines Abdel Dayem, direttore dell’Opera House del Cairo, ora reintegrata. Quest’iniziativa ha provocato non poche proteste e marce di intellettuali e scrittori egiziani verso il più importante teatro cittadino.

Con il licenziamento di Dayem aveva in mente di fare una rivoluzione culturale?

Le manifestazioni al ministero della Cultura erano organizzate: è questo che ho detto al ministro dell’Interno ma non mi ha mai risposto. C’è un’élite che monopolizza la cultura da decenni e pensa di essere la sola ad avere l’autorità di rappresentarla. Il mio intervento aveva l’obiettivo di scompaginare questa regola con la meritocrazia. Ho iniziato a cambiare le cose, puntando sulle capacità, senza fare differenze tra le fazioni politiche. E così ho integrato anche politici di sinistra e cristiani nel mio ministero. Per esempio, l’esperto per il teatro era una donna. Mi sono concentrato non sul Cairo ma sugli altri governatorati, sempre trascurati, per trovare nuovi talenti. Ma ora tutto è andato in fumo: i miei progetti sono stati cancellati dal nuovo ministro.

Come definisce questo colpo di stato?

È un golpe comico. I soldati hanno sempre avuto un facile accesso al potere anche in assenza di capacità specifiche. Stanno giocando con l’indipendenza dell’esercito, ma questo è sbagliato. È un colpo di stato che fa ridere. Secondo le notizie che abbiamo, non è stato ben organizzato, i militari non hanno l’esperienza sufficiente per portarlo a termine. Basta dire che si sono concentrati sui media. Sisi (capo delle Forze armate) ha detto: “guardate la televisione, la gente è andata in strada, ora basta con Morsi”, ma non aveva preparato il passo successivo. Ci hanno sottovalutato, ora le manifestazioni sono dappertutto. Disperdere la folla con le armi è la peggiore iniziativa che l’esercito possa prendere. In ogni caso, questa gente non può essere fermata né dalla polizia né dall’esercito. Per concludere, il golpe di Nasser (1952) non si può ripetere perché Sisi non è mentalmente né fisicamente come Nasser e neppure gli altri leader politici lo sono (incluso Baradei, che mi sembra una marionetta).

Sta accusando l’esercito di incompetenza?

Hanno fallito nel loro golpe sin dall’inizio. Non guardano alla società nel suo insieme ma solo a una parte della popolazione. Il 3 luglio è stato un colpo di stato anticipato che avrebbe dovuto avere luogo il 23 luglio, per celebrare l’anniversario del golpe del 1952. Morsi aveva già capito come sarebbe andata quando ha parlato di “persone che cospirano” prima di essere deposto. Volevano sostituirlo durante il Ramadan, dopo aver disposto l’aumento dei prezzi della benzina e dell’elettricità per far crescere il malcontento della gente e costringerla a reagire. Ora non c’è crisi elettrica e tutto va bene, non è molto strano?

Cosa pensa di come i media rappresentano il colpo di stato?

Il mondo dei media è estremamente diviso, chi guarda i canali pro-Morsi non può simpatizzare con chi sostiene i generali e viceversa. I mezzi di informazione possono influenzare l’opinione di chi non ha coscienza politica definita e si sposta da un campo all’altro. Per questo hanno chiuso tutte le televisioni degli islamisti. Solo dopo un mese di occupazione della piazza, i mezzi di informazione pubblici hanno detto che sarebbero entrati a Rabaa el Adaweya per raccontare quello che succede qui.

Com’è il nuovo governo? E qual è stato il principale errore di Morsi?

È un governo virtuale e illegittimo. Ora tornerà la politica Cairo-centrica che affama il paese. L’unico errore di Morsi è stato di voler correggere chi non voleva essere corretto. Voleva rimuovere le mele marce. E lo ha dichiarato fino all’ultimo giorno. Ma non ha silurato tutti gli uomini di Mubarak: questo è il nostro errore. Ma ora il golpe smaschera tutti, soprattutto le Forze armate. E così ora sappiamo chi è il nemico: il nemico della rivoluzione.