Lo scenario del futuro prossimo, quasi-presente, raccontato nel nuovo Deus Ex nasce da un’attenta osservazione del mondo contemporaneo e risulta spaventoso perché potrebbe non essere una visione distopica ma una possibilità. «Narrativa interattiva» d’anticipazione, Deus Ex Mankind Divided è quindi poco fantascientifico e risulta invece una cupa meditazione su ciò che potrebbe essere, fondata sui fenomeni di oggi, indirizzata dai segnali percepibili nella realtà. Per questo è un videogame terrorizzante, come un horror senza mostri nel quale l’assassino è un sadico, comune essere umano.
C’è un’umanità, o meglio post-umanità, infranta da divisioni non più razziali ma tecnologiche, esseri umani potenziati che si inseriscono violentemente nel flusso di un’evoluzione i cui moti sono dettati da un capitalismo scientifico e convogliati verso manipolazioni impensabili, lo struggimento e la rivoluzione dell’Homo Sapiens ormai obsoleto che ci riporta al nostro passato ancestrale di specie, quando soppiantammo l’Homo di Neanderthal.
La natura è superflua, in un coma indotto da coloro che complottano per il controllo assoluto, che ambiscono alla più iperbolica delle dittature: il dominio della storia ottenuto muovendo le masse come le pedine di un Risiko «live action». In questo panorama dagli scenari inquietanti, resi attraverso le architetture cadenti quanto maestose nel loro avveniristico splendore oscurato, che immaginano le variazioni prossime di metropoli come Dubai o Praga, si muove il giocatore nel ruolo di Adam Jensen.
Il protagonista è un «potenziato» attraverso il quale non si interpreta solo una storia di rara profondità filosofica ma si diventa la lente con la quale si decide di leggere moralmente questo mondo fittizio assai poco immaginario, interpretandolo con la propria etica, tentando di fare la differenza senza essere travolti dagli eventi o assecondandoli. Sono davvero rari i videogame che propongono tante dolorose scelte al giocatore, a partire da quella basilare, uccidere o no. Perché è possibile esperire Deus Ex Mankind Divided trascorrendo invisibili tra i nemici, stordendoli all’occasione, oppure massacrandoli ostentando la potenza di un feroce armamentario. Era così anche nel notevole prequel, salvo che in Human Revolution le dinamiche da «sparatutto» erano assai meno soddisfacenti di quelle «stealth» e risultava più appassionante, al di là di ogni etica, scegliere un approccio non letale. In Mankind Divided invece anche l’azione più violenta è programmata con efficacia per essere divertente, in termini ludici. Un piccolo dramma per il giocatore quindi, poiché può risultare assai complesso orientarsi senza dubbi verso lo stile di gioco che più lo gratifichi e converrebbe quasi giocare due volte l’opera per sperimentarne i pregi diversi. Mankind Divided è un’opera preziosa, realizzata con scienza, arte e amore che non cela la dolente speranza che il suo messaggio catastrofico possa rivelarsi fallace. Un monito.