Per ridare presto un governo al Paese, gravato dal peso di una triplice crisi, pandemica, sociale e economica, elencate dal Capo dello Stato in questo ordine, ieri sera, alla fine delle consultazioni, il presidente Mattarella ha conferito un mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico, per verificare la serietà «della prospettiva emersa di una maggioranza politica, a partire dai gruppi del governo precedente».

Siamo così spettatori di un dèjà-vu che ci riporta al 2018 quando, per verificare la possibilità di un governo Pd-5Stelle, il Presidente della Repubblica chiamò proprio Fico a esplorarne la fattibilità. Un tentativo che Renzi fece saltare, seduto sulle poltroncine di un talk-show, con un altro dei suoi diktat: mai con i 5Stelle. Oggi aggiornato: vade retro Conte.

Scompare, dalle parole di Mattarella, la probabilità di elezioni anticipate, richieste dalle opposizioni, perché la drammatica situazione determinata «dalle tre emergenze» richiede «immediati provvedimenti di governo». Ma non è affatto scontato che il tentativo di Fico, con Renzi capace di tutto, riesca e che dunque sia altresì scomparsa l’eventualità di un governo istituzionale.

Certo la credibilità, e diciamo pure la dignità, non è tra le principali virtù dell’artefice di questo terremoto e meno che mai in questo momento, con una crisi che fa ballare, sul suo cinismo, un Paese stremato. Un politico a tal punto spregiudicato da volare a Riad, nel bel mezzo della crisi politica da lui scatenata, per un’osannante intervista al principe bin Salman, in cambio di lauto compenso.

E capita che l’imbarazzante scenetta, tra il leader di Italia viva e il dispotico capo del regime saudita, arrivi sui giornali nel giorno in cui, invece, proprio questo governo che Renzi vorrebbe rottamare prende la decisione storica di sospendere la fornitura di armi all’Arabia Saudita. Una notizia di rilievo non solo nazionale, ma che ha un indubbio riflesso sui protagonisti di queste giornate bollenti. Se non altro perché dice quanto è indigesto il rospo da ingoiare pur di ristabilire le condizioni per una conferma della maggioranza di governo proprio con chi ne ha provocato la crisi.