L’immaginario della guerra civile spagnola è stato patrimonio comune nella cultura della sinistra europea uscita dalla Seconda guerra mondiale. Nei classici di Hemingway e Orwell troviamo le scelte di vita di chi è andato a combattere una guerra che sentiva come propria.

MOLTI ERANO ITALIANI, militati antifascisti dei quali negli anni sono state censite e esplorate le biografie. Il contributo principale si deve all’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna (Aicvas), che alla fine degli anni Novanta donava parte del proprio archivio storico all’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia di Milano (Insmli).
Con il progetto «Oggi in Spagna, domani in Italia» 1936-1945: la Resistenza antifascista attraverso le biografie dei volontari di Spagna, curato da Andrea Torre, l’Insmli si propone nei prossimi anni di mettere in linea una banca dati con più di 4.500 voci.

FORTE DELL’INTEGRAZIONE tra la documentazione conservata presso diversi istituti di ricerca e istituzioni e i risultati più recenti della storiografia, il database sarà uno strumento in grado di «comporre le biografie in una struttura corale e interattiva che faccia emergere le connessioni e i tratti transnazionali dell’esperienza nella sua longue durée».

Un altro obiettivo sarà disegnare una sorta di mappa digitale dei percorsi che metta in risalto relazioni spesso originate e sviluppate in contesti che prescindono dalla comune causa antifranchista.
Al centro ci sono dunque le vite degli antifascisti: famiglia, amori, amicizie e ovviamente le relazioni politiche. Traiettorie spesso non lineari che restituiscono la complessità di quel frangente storico tra la guerra spagnola e la Resistenza europea.

CRISTINA CASATI STAMPA di Soncino, per esempio, era una ricchissima ed eccentrica artista milanese nota per le sue stravaganze e nume tutelare di molti artisti futuristi. Nel corso dei suoi viaggi in Messico entrava in contatto con le organizzazioni comuniste e grazie al marito, il conte di Huntingdon, sarebbe diventata la tesoriera del Soccorso medico inglese in Spagna.

Poi si univa in seconde nozze al barone di Milford, il comunista Wogan Phillips e avrebbe proseguito in Gran Bretagna la sua azione di militanza. Non aveva le stesse possibilità Emilia Buonacosa, operaia anarchica costretta a espatriare in Francia nel 1927 e dal 1937 a Barcellona con Romano De Russo, che secondo fonti di polizia sarebbe stato l’organizzatore di attentati antifascisti. Il 9 luglio 1940 era deportata in Germania e poi consegnata alla polizia italiana e internata fino alla fine della guerra.

Finirà fucilato invece il «professore» Alessandro Bianconcini, musicista e militante comunista sfuggito a Parigi nel 1935 e poi sergente nel Battaglione Garibaldi a difesa della Spagna repubblicana.

ARRESTATO nel gennario 1944 dalle brigate nere nel centro di Imola dopo 17 giorni di torture sarà sommariamente processato assieme ad altri nove antifascisti da un sedicente Tribunale straordinario. Italia, Francia, Spagna… c’è quasi tutta l’Europa nelle storie dei combattenti antifascisti censiti dall’Insmli, che ha stimato in circa 300 il numero di coloro che prenderanno parte alla Resistenza.

Una storia di uomini e donne, prima ancora che una storia di organizzazioni politiche, che non può essere compresa senza quell’analisi pluridimensionale che l’Istituto intende completare nei prossimi anni.