Il 13 giugno scorso è stato approvato all’unanimità il bilancio 2016 del Comitato per il No nel referendum costituzionale e del Comitato contro l’Italicum (costituiti in associazioni ai sensi di legge) come risulta dall’insieme dei rendiconti delle entrate e delle uscite e dai conti bancari aperti presso il Banco di Napoli e Paypal. Tutto in trasparenza.

Come noto, la campagna per il Sì ha potuto contare su ingenti risorse, mentre noi abbiamo potuto contare sul sostegno attivo e gratuito di tante e di tanti e sulla sottoscrizione dei cittadini che ci hanno consentito di fare informazione ed orientamento. Ci avete sostenuto con impegno, anche sottoscrivendo, per rendere possibile la nostra campagna referendaria. A tutti voi va il nostro profondo ringraziamento.

Per darvi un punto di paragone, il Sì ha speso diversi milioni di euro di cui non ci sarà mai un rendiconto (400.000 euro solo per i consigli di Jim Messina, peraltro inutili) mentre noi abbiamo potuto contare su 375.000 euro sottoscritti da elettrici ed elettori, a cui vanno aggiunti quanti hanno pagato di tasca propria impegni di vario tipo o hanno stampato gratuitamente volantini e materiale. Anche a questi sostenitori va il nostro ringraziamento.

Rendiamo pubblico il bilancio 2016 come ci eravamo impegnati a fare. E lo facciamo per il rispetto dovuto a chi ci ha sostenuto e dato fiducia. Detratte le spese del 2016, al 31/12/16 risultava un attivo di circa 40.000 euro, in parte usati in questi mesi del 2017 per saldare fatture arrivate successivamente, per retribuire piccole collaborazioni indispensabili per il sito, per attività di comunicazione e per la petizione sulla Legge elettorale che abbiamo presentato ai Presidenti di Senato e Camera.

Ad oggi restano in cassa circa 18.000 euro che serviranno per finanziare le prime iniziative che verranno decise dall’assemblea nazionale dei Comitati territoriali convocata per il 24 giugno prossimo a Roma.
Siamo convinti di avere rispettato rigorosamente due impegni: concludere la campagna referendaria senza debiti e usare le risorse essenzialmente per attività di informazione, propaganda, iniziative, limitando al massimo i rimborsi delle spese vive.

La sottoscrizione è imponente anzitutto per la cifra complessiva che ci ha consentito di fare una efficace campagna elettorale. Inoltre, accanto al centinaio di sottoscrittori che hanno inviato cifre più consistenti (per circa 100.000 euro), ce ne sono decine di migliaia che con cifre più modeste ma preziosissime hanno sottoscritto circa i tre quarti del totale raccolto.

Il nostro compito non è finito. Sconfitto il tentativo di deformare la Costituzione ora resta da conquistare una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i rappresentanti e superi l’ubriacatura del maggioritario, che per anni ha regalato maggioranze parlamentari a minoranze di elettori, per di più senza riuscire a garantire maggiore governabilità. Al contrario, le ultime leggi elettorali hanno allargato in modo preoccupante la frattura tra i rappresentanti e i rappresentati generando astensione, allontanamento, indifferenza, perfino rancore. In altre parole oggi c’è una caduta preoccupante della credibilità del parlamento e dei parlamentari, che al contrario hanno nella nostra Costituzione un ruolo fondamentale. Ruolo che oggi non svolgono perché subalterni ai capi partito ed ai governi.

Qui è un fondamento della nostra democrazia costituzionale. Qui è il punto più preoccupante oggi e per questo non consideriamo concluso il nostro compito. Dall’assemblea del 24 giugno partirà una campagna di iniziative su legge elettorale ed altri obiettivi per contribuire a realizzare principi essenziali previsti nella Costituzione.

Per realizzare questi obiettivi avremo ancora bisogno del vostro sostegno concreto.