«Riccardo Magherini non era un delinquente, era una persona incensurata, un uomo che non aveva mai fatto del male a nessuno. Era soltanto una persona in condizioni psichiche precarie. Beh, da quando i malati li arrestiamo? Vorrei che qualcuno mi spiegasse qual è la norma del codice che prescrive l’arresto di un invalido psichiatrico». C’è indignazione nella voce dell’avvocato Fabio Anselmo, il legale che assiste la famiglia dell’ex calciatore della Fiorentina morto la notte tra il 2 e il 3 marzo scorso a Firenze dopo essere stato fermato dai carabinieri.

 

Le nuove testimonianze confermano che Magherini è stato colpito dai carabinieri mentre era ammanettato a terra.

Certo, nella denuncia parlo di calci a terra, quanto meno all’addome, e un testimone riferisce anche in testa. Non c’è molto da dire: l’immobilizzazione di Magherini è avvenuta in modo violento.

Le fotografie sul corpo dell’ex calciatore evidenziano numerose lesioni. Nonostante questo la procura di Firenze in una nota ha negato l’esistenza di violenze. Come spiega questo comportamento?

Sarà come è successo nel caso Aldrovandi: Magherini se le sarà fatte da solo… Francamente quello della procura è un comportamento che non mi spiego.

Anche perché in una mail lo stesso pm riconosce che almeno uno tra i carabinieri potrebbe aver usato violenza a Magherini.

Sa queste sono circostanze che si commentano da sole. Le perplessità sono già state espresse dal senatore Manconi che ne ha fatto oggetto di una interrogazione parlamentare.

 

Esistono responsabilità anche da parte dei soccorsi?

È inspiegabile che una persona che prima di essere fermata era particolarmente agitata e chiedeva aiuto, e che improvvisamente diventa silente e inerme, non venga soccorsa ma lasciata ammanettata per una presunta pericolosità che non ha mai avuto prima e tanto meno poteva avere in quel momento in cui, a terra, non dava più nessun segno di agitazione.

La famiglia chiede che i carabinieri vengano indagati.

Chiede che tutti i protagonisti di quella drammatica vicenda vengano indagati, i carabinieri per omicidio preterintezionale e i soccorritori per omicidio colposo.

Lei ha seguito anche i casi Aldrovandi, Ferulli, Cucchi, tutte persone morte dopo essere state fermate dalle forze dell’ordine. In base alla sua esperienza, cosa determina simili vicende?

Certamente le censure che vengono rivolte al nostro paese dai Comitati di prevenzione della tortura di emanazione europea sono importanti anche se nessuno ne parla. Le faccio un esempio: si parla tanto della sentenza Torreggiani a proposito del sovraffollamento carcerario e sembra che il problema sia solo quello. Ma la sentenza Torreggiani dice altro, parla di trattamenti disumani e degradanti che non necessariamente sono solo conseguenza del sovraffollamento. Esiste un problema culturale perché, al di là della vicenda Cucchi, che è terribilmente drammatica e incompatibile con uno Stato che si vuole definire civile e democratico, le altre sono storie drammatiche ugualmente ma in modo similare. Ferrulli, Aldrovandi e Rasman, ad esempio, sono tre soggetti che, Aldrovandi apparentemente e Ferrulli e Rasman di fatto, si trovavano in una situazione di agitazione. Io mi chiedo: ma in quale Paese civile si affronta una persona che si trova in una situazione sanitaria precaria come quella di Riccardo Magherini, e in cui chiede aiuto, come confermano tutti, in quale Paese la si affronta in questo modo, come se fosse un delinquente. È questo il trattamento sanitario che, per esempio, viene riservato nei vari istituti ai pazienti psichiatrici? Nessuno si scandalizza di fronte a un fatto di un’evidenza sconcertante?