«Ciò che non c’è più è il Sud del Meridionalismo storico, su cui abbiamo ancorato le nostre certezze politiche e persino etiche. Quello che non c’è più è proprio il Sud della quistione meridionale», dice Anna Stomeo in una disamina filosofica che affronta il problema antico del dualismo nazionale in una prospettiva che apre al futuro in termini nuovi. E l’accento sulla vecchia parola quistione è emblematico di un tempo ormai andato, tuttavia colmo di insegnamenti da due punti di vista: la ricchezza di analisi ancora stimolanti, epperò anche il sintomo che qualcosa non è andato nelle considerazioni dei meridionalisti se quella contraddizione resiste a cronologie addirittura bisecolari.

AL CENTRO di queste domande, c’è il volume Questioni Meridionali. Intervista politico-filosofica sul Mezzogiorno. Re-inventare il Sud di Giuseppe Moscati, Paolo Protopapa, Anna Stomeo con la prefazione di Sergio Tanzarella (Morlacchi editore, pp. 188, euro 12). E se Tanzarella nel suo lungo saggio introduttivo ribadisce che «il Meridione è una questione innanzitutto nazionale, quindi né geograficamente né anagraficamente circoscritta», la lunga intervista tra Moscati e Protopapa mette i piedi nel piatto del problema fondamentale della politica.

IL PRIMO pone l’accento sulla responsabilità (adulta) della fatica intellettuale, il secondo mette in guardia sulla scissione tra la conoscenza strutturale (non giornalistica) della Questione meridionale e la costruzione di una coerente strategia politica. Nell’excursus del libro sui tanti Sud «diversi e uguali» (con un’attenzione particolare per il Salento qui) risalta, ed è un bene che molti comincino a battere su questo, il problema decisivo e antidemagogico dell’assunzione di responsabilità, cuore (evaso da troppi) della risoluzione dell’antica questione.

IL RISVEGLIO delle coscienze, infatti, tramite alfabetizzazione di massa e utilizzazione critica e partecipativa delle reti di comunicazione pubblica, è per Protopapa «la premessa fondamentale per uno scenario di democrazia nuova e cittadinanza attiva». Pena cedere gli spazi pubblici alle destre aggressive e antidemocratiche.
Spetta ad Anna Stomeo la conclusione, dopo il suo lungo ragionamento: «Bisogna agire, esiste cioè una esigenza etica ed immaginativa insieme che passa attraverso le scelte/azioni individuali e collettive che ogni abitante del Mezzogiorno d’Italia fa nel proprio vissuto quotidiano».