Il Dipartimento del Lavoro ha reso noto che altri 3,2 milioni di americani hanno chiesto il sussidio di disoccupazione, portando il numero totale di richieste presentate da metà marzo a 33,5 milioni. Un americano su 5 al momento è disoccupato.

Gli effetti della crisi economica si vedono anche sulle grandi distribuzioni: Neiman Marcus è la prima catena di grandi magazzini ad avere dichiarato fallimento. In questo quadro negli Stati uniti, secondo una ricerca del Brookings Institution pubblicata dal New York Times, a più del 17% dei bambini piccoli manca cibo sufficiente, un tasso tre volte superiore rispetto al peggio della Grande Recessione.

Per far fronte alla crisi i Democratici vorrebbero aumentare del 15% i benefici del food stamp, i buoni alimentari statali, per tutta la durata della crisi economica, sostenendo che durante la Grande Recessione una mossa simile aveva ridotto la fame e aiutato l’economia.

I repubblicani si oppongono: avendo combattuto per anni per ridurre il programma, affermano che la precedente liberalizzazione dei food stamp aveva portato a una crescita del carico economico federale e a un’espansione incontrollata dello stato sociale. I food stamp, che un tempo erano una sicurezza del welfare statunitense e godevano di un sostegno bipartisan, sono ora fonte di divisione tra i partiti.