Il disgelo è iniziato non appena la primavera europea si è annunciata. Il ghiaccio del regime della crisi europea – dei memoranda della Troika e delle spietate politiche d’impoverimento – sta chiaramente mostrando delle crepe. Quella che sembrava senza alternative e doveva essere applicata solo tecnocraticamente è ritornata sulla scena politica come una questione aperta. L’Europa del capitale e dell’austerità, l’Europa del «preside tedesco» e dei «compiti assegnati a casa» è stata finalmente sfidata.

In primo luogo e prima di tutto, questo è merito dei movimenti del Sud Europa, delle loro mobilitazioni di massa, del loro coraggio e spirito. Non difendono solo la propria sopravvivenza, ma sono anche fonte d’ispirazione per milioni di persone in tutta Europa, perché una società oltre le sofferenze del capitalismo è possibile. Tutto questo è stato confermato dalla coraggiosa decisione del popolo greco che, nelle elezioni del 25 gennaio scorso, ha votato contro la Troika e la miseria dell’austerità.

In contrasto con ciò che l’immaginario delle stagioni suggerisce, è però del tutto incerto se all’inverno dell’austerità seguirà o meno la primavera della democrazia e della solidarietà. Stiamo invece vivendo il colpo di coda del vecchio ordine, che sta superando ogni limite nel suo ricatto, al fine di sottomettere la Grecia, e in sostanza tutti quanti, alla dittatura dei rendimenti sul mercato finanziario. Lo diciamo ancora una volta: se loro vogliono il capitalismo senza democrazia, noi vogliamo la democrazia senza il capitalismo!

In questa situazione la coalizione Blockupy, insieme ai gruppi e le reti europee, ha lanciato la mobilitazione a Francoforte il 18 marzo, nel cuore della bestia e nell’occhio apparentemente tranquillo del ciclone, al fine di bloccare la cerimonia di apertura del nuovo edificio della Banca Centrale Europea, e di trasformare la loro festa in un festival dei movimenti europei e in una decisa resistenza collettiva alle politiche dominanti della crisi. Il semplice annuncio della mobilitazione è stato sufficiente per trasformare la cerimonia di apertura in un piccolo, ridicolo evento in tono minore, e per costringere la Bce a ritirarsi nella sua roccaforte, sorvegliata da 10.000 agenti di polizia e fortificata col filo spinato.
Circa 6.000 attivisti, mille almeno dei quali provenienti da altri paesi europei, sono scesi nelle strade attorno al nuovo edificio della Bce, lo hanno circondato riuscendo efficacemente a bloccarne le quotidiane attività, hanno sfidato la polizia, che ha immerso l’intero quartiere in un’acre foschia di gas lacrimogeni. Non tutte le azioni che hanno avuto luogo quella mattina si sono svolte come previsto e concordato. Ci siamo già espressi criticamente a questo proposito, e ci sarà ancora molto da discutere e valutare. Lo faremo all’interno del movimento e tra gli attivisti.

Le 30 mila persone che hanno partecipato alla grande, colorata e determinata marcia di protesta del pomeriggio ha respinto tutti i tentativi di dividere Blockupy e il movimento, costringendoci a prendere le distanze gli uni dagli altri. Al comizio conclusivo Naomi Klein ha ben riassunto il terreno comune di tutti coloro che protestano quando ha richiamato l’attenzione della Bce: «Voi siete i veri vandali. Voi non date fuoco alle macchine, voi state mettendo a fuoco il pianeta».

Sappiamo che in Germania è finora mancato un movimento di massa contro le politiche di impoverimento. Conosciamo gli effetti della propaganda razzista di alcuni settori della politica, del quotidiano Bild e di altri media contro il popolo greco. Eppure con il 18 marzo abbiamo lanciato un messaggio inequivocabile anche in Germania, dove anche il clima sta diventando più caldo e più ventoso. Dove vi è una crescente opposizione alle politiche di Merkel, Schäuble e Gabriel. Il messaggio era udibile a Madrid, a Roma, ad Atene e in tutto il mondo. In queste città è stato visto come un segno d’incoraggiamento e di solidarietà, che noi in cambio consideriamo una richiesta a continuare e intensificare la protesta e la resistenza contro il regime di austerità.

Blockupy rappresenta il movimento che porta la protesta di massa e la disobbedienza civile nel cuore del regime della crisi europea ed è aperto alla partecipazione di tutti. Blockupy si è trasformato in uno spazio transnazionale e su scala europea, nel quale possiamo sviluppare e riflettere su una pratica condivisa contro le politiche della crisi e per una comune Europa solidale dal basso. E questo è esattamente il punto da cui ripartiamo. Perché, sebbene la primavera europea si stia avvicinando, ora più che mai sono necessarie azioni che disperdano le nubi e il gelo per aiutare il sole ad aprirsi un varco.

Invitiamo tutti per decidere insieme sui prossimi passi da intraprendere. Un grande incontro delle attiviste e degli attivisti avrà luogo i prossimi 9 e 10 maggio a Berlino. Dopo questo, incontri si svolgeranno in tutta Europa – e insieme continueremo. Perché il regime della crisi europea ha più centri della sola Bce e noi crediamo che sia giunto il momento di compiere insieme un nuovo passo avanti.