I Forse, davvero, le basta bere un paio di bicchieri d’acqua per superare il sudore freddo che la investe da una decina di giorni. Ma di sicuro ogni volta, insieme a lei, trema l’intera Bundesrepublik e ondeggia un bel pezzo dell’Europa.

Un sintomatico secondo «episodio clinico» per «Mutti» che soffre l’infernale clima estivo della capitale tedesca. Ma anche il quesito tutto politico che da ieri mattina passa di bocca, da Berlino a Monaco, dal venditore di kebab al manager della grande azienda, fino ai leader dei partiti di maggioranza e opposizione: «Come sta, veramente, la cancelliera Angela Merkel?».

ERA SUCCESSO la mattina del 18 giugno nel giardino della cancelleria federale; si è ripetuto ieri nella sala del Castello di Bellevue e ancora una volta nel corso di una cerimonia pubblica. Vestita di bianco, in piedi a fianco del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, la cancelliera ha cominciato improvvisamente a muovere le braccia in modo incontrollato.

La corsa del funzionario con la bottiglietta d’acqua, il rifiuto del bicchiere da parte di Merkel prima del «Tutto bene, è stato solo un momento» che ha rassicurato lo staff medico.

Poi la cancelliera ha fatto sapere che non ci sarebbe stata alcuna modifica nell’agenda ufficiale, e infatti, venti minuti più tardi come previsto è andata al Bundestag. Il suo portavoce Steffen Seibert ha poi confermato l’imminente partenza per il G-20 in Giappone.

Senza però spegnere l’osservazione clinica della donna-chiave nelle trattative per la nuova commissione Ue, colei che in Germania ha il compito primario di tenere insieme ciò che resta della Grande coalizione priva della fiducia della maggioranza del Paese.

UN PICCOLO SPAVENTO, si ripete alla cancelleria, colpa dell’estate: moltiplica comunque i titoli dei quotidiani impegnati a setacciare ogni singolo aspetto della questione. Alla tv digitale di Die Welt Wolfgang Nowak, ex planung-chef della cancelleria, assicura di conoscere il problema di Merkel, mentre altra cronaca si concentra sui primi segni del malessere apparso anni fa in Messico che sembra apparire «solo in presenza di temperature intorno ai trenta gradi».

Nove giorni dopo il primo sintomo pubblico apparso durante la visita di Stato del nuovo presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la bundeskanzlerin minimizza la ricomparsa del tremore. Ma resta la diagnosi della debolezza generale.

Angela Merkel esce sfiancata dal braccio di ferro con il presidente francese Emmanuel Macron (che ha “silurato” il candidato tedesco Manfred Weber e la vedrebbe bene a capo non della Germania) quanto spossata dalla traballante successione in seno alla Cdu che rimane il suo primo vero pensiero.

La neosegretaria Annegret Kramp-Karrenbauer – «la mia numero due» – è priva del carisma necessario al rilancio politico prima ancora del polso in grado di gestire le opposte correnti del partito che ha ricevuto in eredità.
Nell’inner-circle dei fedelissimi della cancelliera si assicura che, con o senza malori, Merkel è intenzionata a completare il mandato che scade ufficialmente fra 24 mesi, l’ultimo della storica carriera.

La rassicurante immagine cult delle sue mani congiunte a forma di cuore deve rimanere ben più impressa dell’imbarazzante video della cerimonia per la nomina della nuova ministra Spd della giustizia Christine Lambrecht (che sostituisce Katarina Barley eletta al Parlamento europeo), che ha fatto il giro dei media internazionali.

MERKEL NON MOLLA, è il messaggio ufficiale. Al punto che in Giappone ci andrà, ha voluto far sapere, con l’Airbus di Stato e non con l’aereo-ambulanza delle forze armate dotato delle apparecchiature vitali in caso di pericolo vero, come da speculazioni della stampa.

Nel corso della sua lunga carriera la cancelliera ha dimostrato la solidità fisica oltre che psicologica capace di reggere il carico corrispettivo al peso della carica. E anche ieri ha voluto stabilire che nella Cdu e nel governo non c’è spazio per eventuali «avvoltoi» politici che volessero anticipare l’ora che lei stessa, e lei sola, stabilirà. Eppure, per ora, in Germania il suo «Sto Bene» non basta a placare le voci e tantomeno le ambizioni.