Dopo che ha infilato nella porta sbagliata il primo gol del Mondiale, un’impietosa figurina del difensore brasiliano Marcelo, vestito con la maglia a scacchi della Croazia e ribattezzato MarcelOlic, circolava ieri in rete.

E dopo che la cerimonia inaugurale ha fatto esplodere in tutta la sua pochezza l’«inno ufficiale del mondiale», un altro autogol, squisitamente musicale, agita il Paese. Sul futebol e la musica, i brasiliani meglio lasciarli stare.

È un caso nazionale, di «lesa brasilidade», il fatto che nel paese del samba e di tutte le sue prodigiose filiazioni la Fifa abbia imposto il format tedioso e stereotipato di «We Are One», con Pitbull e Jennifer Lopez (e i tamburi baiani degli Olodum relegati in sottofondo).

Tárik de Souza, guru della critica musicale verdeoro, dice che è meglio andare a vincere questo mondiale con la palla, perché con la musica il Brasile ha già perso. Di certo ci vorrà più swing, rispetto a quanto fatto vedere con la Croazia.