Partita come una sorta di spin-off dell’edizione madre nel 1992, estiva e glamour, l’appuntamento invernale della kermesse jazzistica di stanza a Orvieto è cresciuta man mano di considerazione fra pubblico e addetti ai lavori ma soprattutto, ha aggiunto grandi nomi nel cast di edizione in edizione. Umbria Jazz Winter festeggia venticinque anni confermando la formula – la suggestione del luogo e dei siti, dall’antico teatro Mancinelli alle maestose volte del Palazzo del Capitano del Popolo al Palazzo dei Sette e il Duomo, unita alle contaminazioni fra jazz e altri generi. Quest’anno (28 dicembre-1 gennaio) sono previsti 100 eventi, 25 band e 150 musicisti, e nel programma spicca il progetto del pianista Jason Moran dal titolo My Mind -Monk At Town Hall, tributo a Thelonious Monk nel centesimo anniversario della nascita e in particolare la rilettura del concerto della Town Hall, New York, del 1959, con un organico più ampio di quelli che Monk era solito usare. Un progetto che non è solo concerto ma si trasforma in uno spettacolo multimediale in cui la musica si fonde con le immagini e le parole di Monk.

Curioso anche il set del chitarrista Marc Ribot che con il suo trio propone The Young Philadelphians, dove aggancia due stili all’apparenza contrastanti: il sound di metà anni ’70 che fondeva soul a stilemi disco con il Prime Time di Coleman. Attesa anche Jazzmela Horn voce e personaggio su cui negli Usa si punta molto, la vittoria al Thelonious Monk Institute International Jazz Competition e ancora prima la Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition, un premio «investito» in un album di debutto che ne mette in mostra le doti. E ancora: Little Freddie King, il trio di Roma (Rea, Pietropaoli, Gatto), e poi i diversi progetti con Maria Pia De Vito fra cui quello atteso dedicato a Chico Buarque. Info: www.umbriajazz.com