Io Sono il Bianco del Nero è una creazione della coreografa Susanna Beltrami, coprodotta lo scorso autunno dal festival Milanoltre e ContArt e riproposta a fine gennaio negli spazi superlativi della DanceHaus di via Tertulliano. Lo spettacolo sfrutta in due stanze attigue la molteplicità architettonica della DanceHaus, mettendo in scena dodici interpreti in un lavoro presentato come operazione di teatro totale, da The Waste Land di Thomas Stern Eliot. Il bianco, si legge nella sinossi, è «assenza di memoria e colore del non ricordo», mentre i corpi dei danzatori sono simbolo di un’umanità sperduta. Le tante soluzioni coreografiche sono proposte tra tavoli e sedie, stoffe bianche appese e tirate per lo spazio, una gigantesca scacchiera, ma la tormentata e ripetitiva relazione tra gli interpreti, bianchi o neri che siano, non si sa dove voglia andare a parare. Danzatori impegnati e ben preparati tecnicamente, ma la troppa enfasi stilistica dei movimenti e dei volti produce un risultato più estetizzante che drammatico.