Ultrà violenti trattati alla stregua dei mafiosi, possibilità per il Viminale di vietare le trasferte, inasprimento del daspo – che da misura individuale può diventare di gruppo – e arresto in differita per chi si macchia con frasi e slogan razzisti. Quando mancano ormai solo tre settimane all’inizio del campionato, previsto per il 30 agosto, il governo vara un decreto messo a punto dal ministero degli Interni Angelino Alfano che dovrebbe servire ad arginare le violenze negli stadi. Un giro di vite annunciato dallo stesso Alfano all’indomani della finale di Coppa Italia che a Roma ha visto morire il tifoso del Napoli Ciro Esposito, ma che se da una parte punta a colpire con maggiore durezza i tifosi violenti, dall’altra si limita a invitare semplicemente le società di calcio a mettere a norma gli stadi, promettendo in cambio di sveltire le procedure burocratiche senza però imporre alcun obbligo. Il che di fatto significa ignorare una parte importante del problema. «L’obiettivo è quello di restituire il pallone agli italiani e far giocare metaforicamente i bambini», ha detto Alfano presentando le nuove misure al termine del consiglio dei ministri. «Mano dura» da parte di uno Stato che, ha proseguito il ministro, «non accetterà più che dei teppisti e facinorosi si avvicinino alla stadio». Ma vediamo cosa prevede il decreto:

Odio razziale Chi esporrà striscioni con frasi razziste ma più in generale chiunque si macchierà del reato di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa, potrà essere arrestato anche una volta uscito dallo stadio e dopo essere stato identificato grazie all’utilizzo delle immagini.

Daspo più duro La durata minima per i recidivi è portata a 5 anni e quella massima a 8. Inoltre chi ha violato le regole di utilizzazione dell’impianto sportivo verrà punito con il Daspo da uno a tre anni (oggi è da tre mesi a un anno). Viene punita con il daspo la condotta violenta di «branco», anche se commessa all’estero, e il «capo branco» è punito con il daspo di durata minima di tre anni. È passibile di daspo anche chi è denunciato o condannato per delitto conto l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica. Ai daspati recidivi, inoltre, potranno applicarsi le misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, estendendo nei loro confronti una disciplina oggi riservata agli indiziati di appartenenza ad organizzazioni di tipo mafioso o terroristico. E’ previsto, infine, che il daspo «possa essere applicato anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati non solo per i reati da stadio, ma anche per tutti i delitti contro l’ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza».

Frodi sportive Giro di vite anche per quanto riguarda le frodi sportive, punibili con la reclusione fino a sei anni e fino a nove nei casi in cui la «combine» alteri i risultati del concorso pronostici. Ciò renderà possibile attivare anche intercettazioni telefoniche.

Stop alle trasferte per i violenti Il ministro degli Interni, con un proprio provvedimento, potrà tenerle le tifoserie violente fuori dagli stadi per un periodo massimo di due anni.
del reato di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Le nuove misure contro al violenza negli stadi sono state accolte favorevolmente dal sindacato di polizia il Silp-Cgil, che però chiede ad Alfano un maggiore riconoscimento per gli agenti impegnati nelle operazioni di ordine pubblico fuori dagli impianti sportivi. E soddisfatto per il decreto si è detto anche il presidente della Lazio Claudio Lotito. Critiche invece da parte della Lega che parla di misure «acqua fresca». « Alfano è recidivo – accusa il deputato Davide Casparini -, continua a ignorare il vero problema: servono strumenti urbanistici per ridisegnare gli stadi».