«Se non mi date i soldi per la campagna elettorale entro lunedì io mi ritiro». Sembra la sceneggiatura di una spy story e invece è il messaggio audio che il candidato sindaco del centrodestra a Milano Luca Bernardo ha mandato ai coordinatori cittadini dei partiti della coalizione. «Se entro questa settimana non arrivano da tutti i partiti almeno 50mila euro a testa per andare avanti con la campagna elettorale, che sta costando molto di più, mi ritiro», dice Bernardo. «Questo è l’ultimo messaggio che vi lascio».

UN ULTIMATUM PESANTE che ha costretto i coordinatori cittadini dei partiti della coalizione a scrivere in serata una nota per confermare «massimo sostegno alla candidatura di Luca Bernardo». Chissà se arriveranno puntuali anche i soldi.

Questo ennesimo incidente di percorso rende palese la vera partita che il centrodestra sta giocando in queste elezioni milanesi: la conta interna tra i partiti della coalizione. Qualche giorno fa Bernardo aveva polemizzato con Sala per il ritardo nel posizionamento dei tabelloni elettorali parlando di tentativo di «narcotizzare la campagna elettorale».

Ma se Bernardo non vede il suo volto in giro per la città farebbe meglio a chiedere a Matteo Salvini e Giorgia Meloni perché la sua faccia non compare nei manifesti e nei santini elettorali. L’ultimatum sul finanziamento della campagna conferma la tesi: al centrodestra queste elezioni servono per la conta interna e per verificare quanti voti hanno oggi in città Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Scontato il tracollo forzista, alcuni sondaggi danno un testa a testa tra Lega e Fratelli al 13%, che per una città come Milano sarebbe un fatto storico: il partito di Giorgia Meloni alle cinque anni fa aveva collezionato un misero 2,4%.

MILANO SI RICONSEGNERÀ a Beppe Sala, forse già al primo turno azzardano alcuni sondaggi, senza aver prodotto particolari discussioni su cosa vorrà essere nei prossimi anni e soprattutto come arrivarci. Tra Sala e Bernardo un vero confronto di idee non c’è stato, un po’ perché i partiti che sostengono il medico vanno d’accordo solo per dare battaglia alle piste ciclabili e poco altro, un po’ perché a Sala effettivamente non conviene esporsi troppo. Dall’ossessione per le periferie di cinque anni fa, la proposta del sindaco è passata alla «città dei quartieri».

UNA DIFFERENZA NOMINALE e sostanziale, l’idea è quella della città «a 15 minuti», dove ciascun cittadino potrà trovare servizi e attività entro quel lasso di tempo, ma che racconta anche di un insuccesso sulle periferie più difficili. Guardando ai flussi elettorali di questi cinque anni si vede che le zone più povere e periferiche della città votano a destra, le zone dove si vive meglio o dove sono stati avviati progetti di riurbanizzazione votano a sinistra.

Sala può tenere un profilo basso anche perché attorno alla sua figura c’è un consenso altissimo che i sondaggi restituiscono nel brillante risultato della sua lista civica data al 16%. Un risultato di questo tipo sarebbe anche la conferma dell’anomalia Milano rispetto all’idea di centrosinistra allargato di cui si parla a livello nazionale.

A MILANO NON C’È L’ALLEANZA con i 5 Stelle, c’è un leader più forte della somma dei partiti che lo sostengono e Pd e grillini usciranno ridimensionati, rispetto a cinque anni fa, da queste elezioni milanesi. Beppe Sala in questi cinque anni di governo si è poi “mangiato” un po’ tutti i colori del centrosinistra ambrosiano (che ritroviamo anche nell’olimpionico simbolo della sua lista): arancioni, verdi, un po’ di rossi, azzurri.

In tutto a sostegno del sindaco ci sono otto liste: Pd, Lista Sala, Milano Unita, Europa Verde, Milano Radicale, Riformisti, Milano in salute, Volt. Secondo i sondaggi entreranno in consiglio comunale Pd, Lista Sala, Riformisti e la sinistra aranciorossa di Milano Unita che schiera come capolista l’assessore uscente e volto storico della fu sinistra arancione Paolo Limonta e l’ex segretaria della Cgil Lombardia Elena Lattuada.

Se la giocano sul filo del quorum i Verdi che i sondaggi danno tra 1,4 e 2,8%. L’alleanza con Sala è stata a dir poco rocambolesca, arrivata dopo anni di critiche reciproche e dopo che Sala stesso si è fatto interprete delle istanze green.

RESTA COERENTEMENTE all’opposizione Milano in Comune con il candidato sindaco Gabriele Mariani, sostenuto anche dalla lista Civica Ambientalista. Mariani è il candidato a sinistra di Sala alternativo al modello Sala. Tra le proposte stop al consumo di suolo, lotta al caro affitti, trasporti gratuiti.

Per Mariani tra sala e Bernardo non ci sono differenze: «Quando si tratta di affari hanno la stessa idea di città dice in uno dei video della sua campagna social. I sondaggi lo danno tra 3.2 e 3.5%, sostanzialmente lo stesso risultato di cinque anni fa quando a guidare la lista c’era lo storico esponente della sinistra milanese Basilio Rizzo. Una previsione che forse sottostima alcuni dei voti che potrebbero arrivargli dai 5 Stelle.

Sfumata l’alleanza con Sala che avrebbe fatto felice il nuovo leader dei 5 Stelle Conte (e garantito a Sala la vittoria al primo turno) al M5S resta il compito, con la candidata catapultata in città all’ultimo minuto Layla Pavone, di prendere un numero di voti sufficiente a garantirsi una qualche forma di collaborazione con la prossima maggioranza. A sinistra da segnalare Potere al Popolo che candida la 28 enne Bianca Tedone e tre liste comuniste.

IN PRIMO PIANO RESTA una città duramente colpita dal Covid ma che il virus non ha cambiato nella sua essenza liberista e internazionale, dove i fondi stranieri confermano gli investimenti miliardari e il prezzo delle case continua a salire.

Una città dove quasi metà degli elettori potrebbe non andare a votare, fotografando la distanza tra bisogni reali e narrazione, una città dove la società dei trasporti comunale, l’Atm, non trova nuovi autisti perché gli stipendi che offre sono troppo bassi rapportati al costo della vita.

O dove un quartiere densamente popolato da anziani e fragili come il Giambellino è rimasto senza medico di base. Questioni che sembrano espulse da questa campagna insieme a una fetta importante di milanesi.