L’hanno ribattezzata la mozione «della vergogna» e basta leggerla per capire perché. Da lunedì a Dalmine, cittadina di 24 mila abitanti in provincia di Bergamo guidata da giugno dello scorso anno da un sindaco leghista, per poter affittare un sala del comune oppure una piazza per una manifestazione bisogna prima firmare una dichiarazione in cui si afferma di condannare «fascismo, nazismo, comunismo e radicalismi religiosi». Tutto sullo stesso piano, come se la storia, per chi la conosce, non imponesse attenzione alle differenze.
La mozione è stata presentata dalla maggioranza di centrodestra composta dalla Lega Salvini Lombardia, Noi siamo Dalmine e Dalmine-Insieme si può ed è stata giustificata con la necessità di aggiornare il Regolamento di polizia urbana che dal 2017 prevede per chi voglia affittare spazi pubblici l’obbligo di dichiararsi antifascista.

Per giustificare la scelta, la maggioranza si è rifatta a una risoluzione del parlamento europeo che nel 2019 – è stato spiegato – ha equiparato fascismo, nazismo e comunismo. «Una interpretazione sconcertante», per la segretaria Pd di Dalmine e per i parlamentari dem Elena Carnevali, Maurizio Martina e Antonio Misiani. «La risoluzione approvata dal parlamento europeo in nessun passaggio ’equiparava nazismo, fascismo e comunismo’, bensì ’condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari’. Peraltro – proseguono gli esponenti del Pd – segnaliamo che lo stesso presidente del parlamento europeo David Sassoli dichiarò, a margine dell’approvazione di quel testo che ’affiancare nazismo e comunismo è un’operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta e, se riferita alla Seconda guerra mondiale, rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici’».

Critica verso la mozione anche l’Anpi mentre Rifondazione comunista ha organizzato una protesta sotto il municipio chiedendo di non procedere con l’approvazione.

Adesso le opposizioni, che oltre al Pd sono rappresentate da Insieme per Dalmine e Nostra Dalmine giovani, hanno annunciato di voler impugnare la mozione. Nel frattempo hanno invitato l’amministrazione e in particolare l’assessore alla Cultura, a un confronto pubblico. m.d.c.