«Uomini armati sfondano la mia porta. Dicono di essere agenti ma non sono in uniforme. Mi sono chiuso dentro». È il post concitato dello scrittore ugandese Kakwenza Rukirabashaija che precede il suo arresto, lo scorso 28 dicembre a Kampala, da parte dell’intelligence nazionale.

Una settimana dopo Rukirabashaija, noto soprattutto per il romanzo The Greedy Barbarian e per la costanza delle sue critiche anche feroci nei confronti dell’eterno presidente ugandese Yoweri Museveni e della sua cerchia, secondo il suo legale Eron Kiiza presenta «evidenti segni di tortura, urina sangue e necessita di urgenti cure mediche».

Già nel 2020 Rukirabashaija aveva denunciato un trattamento simile.