Sembra esserci un rapporto turbolento in questo periodo tra le istituzioni statunitensi e i processi elettorali, ovunque essi si svolgano. Prendiamo le presidenziali dello scorso 14 gennaio in Uganda, dopo una campagna elettorale funestata da scontri, spargimenti di sangue, scellerate fake news bipartisan e il silenziamento finale dei social network da parte del governo. Un voto già tribolato di suo, con l’inedita sfida portata da una star 38enne della musica afro-ragga, il cantante Bobi Wine, al potere assoluto del presidente Yoweri Museveni, che tira dritto da 36 anni. Sentendosi insidiato dal potenziale bacino elettorale avversario - il Paese ha la...
Internazionale
Uganda, caso Bobi Wine: l’ambasciatrice Usa tenta di forzare l’assedio
Dopo la contestata vittoria elettorale di Museveni, scontro diplomatico con l'alleato di ferro (di Trump). Il cantante-deputato arrivato secondo alle presidenziali bloccato dall'esercito nella sua residenza. La rappresentante di Washington Natalia E. Brown vuole vederlo, ma viene "respinta". Il governo di Kampala furioso