«Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffanculo e la cancellazione dalla lista dei contatti. Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un Lgbt, non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?». A scriverlo, in un post su Facebook, è stato ieri il leghista Claudio Borghi infastidito dalle domande di alcuni giornalisti. Il deputato, però, va oltre e si lascia andare a commenti omofobi proprio mentre Matteo Salvini si sforza di far credere che la Lega cerca una mediazione per approvare il ddl Zan. Parole, quelle di Borghi, che suscitano inevitabilmente reazioni indignate. «Questi sono coloro con i quali noi dovremmo negoziare e condividere norme contro la omotransfobia», dice il segretario Enrico Letta. Ma a prendere la parola in Aula alla Camera è anche il deputato di Forza Italia Elio Vito. Rivolgendosi al presidente dell’Aula di Montecitorio, Vito ha spiegato: «Vorrei richiamare la sua attenzione per fare in modo che Borghi possa scusarsi non con me ma dinanzi all’assemblea per le cose che ha scritto poco fa. Mettere di nuovo lo stigma della sieropositività su una intera comunità ritengo sia una cosa ignobile. Paragonare omosessualità e sieropositività è una forma di discriminazione gravissima. Basterebbe un minimo di buonsenso per evitare di dire queste scempiaggini».