L’Ucraina è finita fuori dai radar dei media: la crisi dei migranti e soprattutto la guerra con l’Isis hanno finito per cambiare molto nell’ambito degli schieramenti mondiali, benché tra Usa e Russia continui uno scontro dialettico e non solo, quasi costante. Le ultime accuse di corruzione nei confronti di Putin hanno rinvigorito un confronto che si è acceso anche sul fronte europeo con la Gran Bretagna che ha accusato Putin come il «probabile» mandante dell’omicidio di Livtinienko.

Putin dal canto suo ha fatto di tutto per attirare l’attenzione, forse deludendo alcuni dei suoi estimatori anche a sinistra. In recenti dichiarazioni avrebbe incolpato Lenin di crimini (contro gli zar) e di errori politici che avrebbero procurato, molto tempo dopo, il crollo dell’Unione sovietica. Ma il nazionalismo di Putin, piace solo a chi non ne vede le insidie, nonostante il russo sia apparentemente sul fronte «anti imperialista».

Dall’Ucraina, anzi dall’Europa, arrivano le ultime novità e sono interessanti: la corte europea del Lussemburgo avrebbe parzialmente annullato le sanzioni europee contro cinque fedelissimi dell’ex presidente ucraino Yanukovich. Le accuse contro di loro, di essersi appropriati indebitamente di soldi e beni, non reggerebbero.

Si tratterebbe di accuse costruite e presentate male, tanto da far sorgere il dubbio che non siano neanche vere. Si tratta di un gesto rilevante, che pone ancora di più dubbi sulla reale credibilità del governo di Kiev. A proposito, in tanti si chiedono che fine abbia fatto il re del cioccolato Poroshenko, in questa fase in cui la guerra è meno intensa che in precedenza e durante la quale c’è da rimettere in piedi un paese. Il primo febbraio incontrerà Angela Merkel, secondo quando trapelato dalla cancelleria tedesca.