Da ieri, la Germania ha la presidenza semestrale del Consiglio Ue, un ruolo che dà al paese in carica a rotazione soprattutto il potere di stabilire l’agenda, cioè le priorità della Ue e la velocità con cui vengono affrontate, oltre a un potere sottile di ricerca di compromesso. Ma la Ue sta attraversando un periodo talmente difficile, per le scosse del Covid e le conseguenze economiche con il pil a meno 8% e i tagli ai posti di lavoro, che si sono create aspettative enormi su questo semestre e sul ruolo della cancelliera Angela Merkel, alla sua seconda presidenza semestrale (la prima era stata nel 2007, due anni dopo il doppio “no” francese e olandese al Trattato costituzionale c’è stata la via d’uscita del Trattato di Lisbona).

Merkel esordisce la prossima settimana di fronte all’Europarlamento, in seduta plenaria a Bruxelles. La prima scadenza sarà la nomina del capo dell’Eurogruppo, il 9 luglio, per sostituire il portoghese Mario Centeno: la Germania appoggia la candidatura della spagnola Nadia Calviño, che se riuscirà a battere l’irlandese Paschal Donohoe e il lussemburghese Pierre Gramegna, sarà la prima donna ad assumere questa carica. Il primo importante appuntamento arriva con il Consiglio europeo del 17-18 luglio, dove la Germania spera di poter concludere l’approvazione del piano di rilancio di 750 miliardi di euro, convincendo i 4 “frugali” (Olanda, Danimarca, Austria, Svezia, a cui si aggiunge volentieri la Finlandia), dopo aver convinto i suoi concittadini (al 63% lo approvano). Il Recovery Fund è stato presentato dalla Commissione il 27 maggio scorso, a partire dalla bozza di Merkel e Macron del 18, dove la Germania ha segnato la svolta a favore di una mutualizzazione dei debiti e di trasferimenti finanziari.

Simbolicamente, durante il semestre tedesco inizia la Conferenza sull’avvenire dell’Europa, che si concluderà sotto presidenza francese (primo semestre 2022). In questo capitolo, c’è tutto il futuro della Ue, anche quello industriale, con la conciliazione dell’economia con l’ambiente, lo sviluppo del Green New Deal, l’avvenire dei giovani, la sovranità europea in senso ampio. A ottobre c’è un vertice europeo sul clima, in vista di una Legge clima per dicembre: la Germania finora ha frenato sulla carbon tax alle frontiere Ue, ma adesso Merkel dice che è uno strumento che può «essere sviluppato», ma «non sarà semplice». La Germania spera di essere il punto di equilibrio, tra Nord e Sud (grazie all’intesa con la Francia) e tra Est e Ovest. Anche se le relazioni con l’Est rischiano di diventare esplosive e non solo sull’ecologia: a settembre arriva il primo Rapporto Ue sullo stato di diritto, dopo gli scarti di Ungheria e Polonia che rendono Merkel «inquieta». Verrà affrontato il legame tra rispetto dello stato di diritto e trasferimenti finanziari attraverso i Fondi Ue.

Sul tavolo del Consiglio del 17 luglio c’è anche il budget pluriennale della Ue 2021-27, che nel marzo scorso era stato bloccato. Si tratta di una somma di 1100 miliardi circa, con tensioni sui decimali e la questione del rebate, lo «sconto», cioè il rimborso per alcuni paesi contributori netti (sul rebate britannico, all’origine del problema), tra cui la stessa Germania (con Olanda, Austria e Svezia). La Brexit è un’altra grande sfida del semestre prossimo. La Gran Bretagna lascerà definitivamente la Ue il 31 dicembre. Il negoziato è allo stallo su pesca, commercio, ruolo della Corte europea di Giustizia, “passaporto” finanziario per la City. Merkel resta però fiduciosa, pensa che entro fine ottobre ci sarà un testo definitivo, in tempo per le ratifiche all’Europarlamento e nei paesi Ue oltreché a Londra, per evitare la caduta dalla scogliera a fine anno.
La politica estera è in agenda con i soggetti delicati delle relazioni con gli Usa (difesa europea) e con la Cina. Il vertice Ue-Cina, annullato con la scusa del Covid, potrebbe tenersi entro fine anno: la Ue è ora più circospetta con Pechino sui rapporti economici, ma debole su Hongkong. La cancelliera che ha pagato per lo slancio del «wir schaffen das» («ce la faremo») nel 2015, avrà di nuovo da affrontare la questione dei migranti, che ora però considera con occhio più tecnocratico.